297 di aver richieste istruzioni a Vienna, avverte che intanto egli ha posto modo ai rigori del maresciallo, del quale ha già rivolto l’attenzione sulla ingiustizia delle disposizioni prese, massime per quel che riguarda gli altri Cantoni svizzeri, che non hanno relazione colla Lombardia o non hanno solidarietà coll’operato del Cantone Ticino. Conchiude col non dubitare che le spiegazioni e le proposte, fatte per parte della Commissione del Ticino alla Dieta, e da questa partecipate, tranquilleranno pienamente il sig. feld-maresciallo, il quale revocherà con prontezza e volontieri, provvedimenti da esso ordinali a malincuore, subilo che riconoscerà nelle disposizioni dell’alta Dieia federale la garantii! delle sue risoluzioni, dirette a conservare la neutralità. È pervenuta al Direttorio la notizia che un esercito di 40,000 uomini di truppe germaniche si radunerà negli stali meridionali alemanni, lungo i confini della Svizzera. Pare che questa dimostrazione intenda a dar forza alle istanze che la Svizzera ponga i rifuggiti politici nella impossibilità di attentare alla quiete degli siati vicini. A questo intendimento, il sig. Raveaux, ambasciatore germanico presso la Confederazione, assumeva il 29 in Basilea informazioni sulla invasione dei corpi-franchi nel Badese, prima di proseguire il viaggio per Berna. Nell’ Assemblea nazionale di Francia, sessione del 2 ottobre, ebbero luogo le interpellazioni sugli affari d’Italia. Al signor Buvigner, che presentò le interpellazioni, rispose il generale Cavaignuc in questi termini : » Ci si domanda, se la mediazione ha per punto di partenza la ri-cognizione dei diritti dell’Austria sull’Italia; a questo riguardo, non ho che a rispondere una parola : cioè, che quando fosse questione di riconoscere i suoi dirittij la mediazione sarebbe slula completamente inutile. ¡Non ho altra risposta a fare all’ onorevole interpellatore. « 11 generale Cuvaignac poi soggiunse cosi : » Quando udimmo che la mediazione per gli affari d’Italia era accettata, noi v’invitammo a non mostrarvi esigenti intorno a spiegazioni. Ora che i negoziati sono più inoltrali, ina che non sono terminali, ci limiteremo a chiedere all’Assemblea di passare all’ordine del giorno sulle interpellazioni . . . (Rumori.) « Ledru-Rollin sorge vivamente contro il silenzio del Con. Cavaignac, quando si chiedono spiegazioni che lo stesso antico governo non avrebbe ricusato in circostanze meno importanti. Ricorda le parole di La-marline , che aveva altamente promesso che, se l’Italia levavasi per ottenere la sua indipendenza, la repubblica andrebbe a soccorrerla, e nondimeno il presidente del Consiglio nulla risponde; neppure sul Congresso c'he si prepara, al quale la Russia dee parimente intervenire. Dichiara che egli ed i suoi amici vogliono ottenere I’ affrancamento completo, ina ri>e così non la intendono le potenze; pretende ch’esse vogliali fare «lei— 1 Italia una seconda Polonia; e chiede che la minoranza protesti contro questa politica, se la maggioranza non si trova abbastanza illuminala. Che egli ed i suoi amici non voglion la guerra, parola che non si osa pronunciare. Ma l’onore nazionale non può transigere con potenze, che