kl <3> dei pregadi, e delegalo ai pregadi il potere per fallo, non per diritto, il consiglio de’ quaranta ebbe sempre parte nelle transazioni politiche ed economiche, che furono assoggettate ai pregadi. Quesli mutamenti non constano da leggi scrille, ma dalla testimonianza dei cronisti, da documenti che gli accennano esistenti ; constano dalla sicura testimonianza di uno storico contemporaneo, Gotifredo Villar-duino, quando narra il modo onde si procedette nella negoziazione della crociata. La quale il doge intavolò, poi presentò al minor consiglio ed a quello dei quaranta, quindi al consiglio maggiore. E non ebbe validità, se non quando ottenne la sanzione del popolo universo radunato nella basilica di san Marco. Siccome non sono scritte le leggi costituzionali di Venezia, così non sappiamo veramente con quali forme si eleggessero la prima volta i quattrocento ottanta, che formavano il maggior consiglio. Secondo il Muazzo, la sentenza più probabile si è, che i consiglieri del doge insieme ad altri uomini notabili scegliessero due elettori per sestiere, e che dai dodici elettori si scegliessero i membri del maggior consiglio. Poi gli elettori annui furono scelti dal maggior consiglio medesimo. Si riformò la elezione del doge, e fu tolta al popolo. Si statuì, che da quind’innanzi il doge sarebbe eletto da undici elettori, e la scelta degli elettori fosse del maggior consiglio. 11 popolo, che acconsentì alla riformazione che minorava la sua preponderanza nel reggimento del comune, questa, che lo spogliava del diritto di scegliere, non volle acconsentirla. Tumultuò, ma si acchetava ; quando si venne ad uno spediente, e fu, che sì bene il doge fosse eletto dagli undici elettori, ma colui che gli elettori designavano come principe fosse presentato al popolo, e la scelta non fosse valida, se non venisse approvala dal popolo. Vedremo come, mutata nell’ intrinseco, ridotta pura formalità, restasse fino al terminare della repubblica così falla usanza. E fu statuito, che, al doge approvalo, il popolo giurasse fedeltà. II primo doge così elello fu Sebastiano Ziani, uomo ricchissimo, clic dopo la sua elezione largheggiò danari col popolo; usanza imitata da tutti i suoi successori. Diminuita l’autorità del doge, se gli accrebbe lo splendore ;