479 si per voi hanno incontrata la morte. Ci guidi il pensiero di loro, la libertà; c nel giorno vicino della nostra redenzione, erigete piramide, che »’alzerà lino al cielo, de’aomi de’nostri Martiri; e coronati d’alloro Italiano, consegnateli all’eternità delle storie. Venerdì sera (27) gettò l’ancora nelle nostre accpie la squadra di S. M, il re di Sardegna, composta di 14 navi. Nel dì successivo, il comandante contrammiraglio cavaliere Albini, recatosi a visitare i triumviri, dichiarò loro che il ritorno della squadra «vea per oggetto di sbloccare Venezia, e di difenderla, se attaccata. Egli manifestò in pari tempo il sentimento di letizia, di cui era compreso il nobilissimo animo suo, e quello dei bravi ufficiali posti solto a’suoi ordini, per avere nuova occasione di attestare all’Italia il proprio patriottismo. II governo manifestò all’onorevole ammiraglio tutta la compiacenza dì un tale ritorno; gliene porse i più vivi ringraziamenti, assicurandolo che quella gratitudine, colla quale Venezia accompagnava la squadra sarda nel suo allontanamento, si ridestava adesso più forte, e plaudiva al veramente italiano divisamento, che l’aveva ricondotta in queste marine. La giornata del 27 andrà tra le memorabili di quest’epoca dei nobili sacriiizii e dei fatti gloriosi; nè meno cara sarà la memoria della giornata di ieri a chiunque l’aspetto dei prodi fa battere il cuore di gioia. Ieri alle ore 11 antim. venivano rimorchiati in apposite barche in prospetto della Piazzetta i pezzi di cannone ed altri trofei, tolti al nemico nella fazione di venerdì. Il popolo gremito sul molo, gli stava contemplando con entusiasmo, e quando furono scaricali sul terreno, fu una gara a chi si abbrancasse alle funi per trarli a braccia fino al ricinto della gran guardia. Vecchi e fanciulli si contendevano la cara fatica. A molti avrà paruto assistere alle feste de’nostri padri, quando ritornavano dall’Asia le navi veneziane onuste di spoglie turchesche. Quei giorni di gloria troveranno nell’avvenire una ripetizione, quando gl’italiani, cessate le inique gelosie che li tennero fin qui divisi, continueranno a ravvicinarsi, e a meglio conoscersi ed estimarsi. Più tardi trassero sulla Piazza e fecero bella mostra di sè varii distaccamenti dei singoli corpi che avean preso parte nei fatti di Mestre e di Fusimi : un corpo di Lombardi, della legione Zambeccari, di Morandi, dei cacciatori del Sile, dei Bolognesi, dei gendarmi, di cavalleria e d’artiglieria. Vi si aggiungeva un drappello di guardia nazionale e del battaglione della Speranza. Mai mista militare non fu così meritamente festeggiata. La folla accalcata sulla Piazza e dai pogginoli dei palazzi che la prospettano, non potea capire in sè per la gioia, che frequentemente prorompeva in grida di viva e in batter di mani ai valorosi che, mo- Venezia 28 Ottobre 1848. LUIGI ANTONIO BRAGHETTA. 30 Ottobre.