<3* 7 d’Italia. Sceverando le ampollosità dello stile, l’epistola dimostra le isole ripiene di nobili; loccliò equivale a figli o discendenti dei decurioni delle città vicine, e accenna al popolo quando dice : Costì la povertà viene in ugualità coi ricchi ; parla della comune modestia del vivere, della operosità comune, che teneva lontano il vizio. Le arti nautiche descrive, colle quali affrontavano il mare lontano e si addentravano nei fiumi ; parla delle pescagioni ; descrive le saline, eli’ erano pegli abitanti delle lagune una fonte di lucro incessante, (juasi una zecca, perchè senza sale uomo non vive comodamente. Arti queste, che spettavano agli abitatori primitivi, alle quali poscia aggiunsersi le edificatorie e le idrauliche per assicurare le dimore. 1 rifugiati seco recarono altre arti notate dal cronista Marco (i), scrittore del XIII secolo, e sono tutte agricole, imperocché i popoli mediterranei venuti nelle isole, si giovarono del suolo che le acque lasciavano libero e fruttuoso. Chi, guardando alla Venezia presente, credesse di argomentare qui assai facilmente de’ suoi incominciamenti, e li tenesse grandi al principiar della consociazione, andrebbe errato. Quando la consociazione incominciò ad avere forma e forza, la presente Venezia non ne era punto il centro. Anzi questa parte delle lagune venete era la più remota ed oscura. 11 centro della consociazione, il nerbo di lei era verso il margine orientale del continente, nelle isole che più d’accosto vi si trovavano. Queste isole erano più prossime al mare Adriatico, che una zona di terreno lunga e stretta, intersecata da aperture diverse, divide dalle lagune, le quali 1’ Adriatico alimenta, e nelle quali liberamente correvano i fiumi che dalle Alpi scendono a bagnare l’Italia superiore. Nè poteva essere altrimenti. 11 centro della consociazione dovea trovarsi nella parte orientale delle lagune, siccome quella eh’ era compresa nei distretti di Aquileja e di Aitino, i quali furono più presto assaliti, più crudelmente bistrattati dai barbari, ed erano le due principali città della Venezia, ove furono palagi dei Cesari e (i) Archivio storico italiano, yol. Vili, c. 779, e Filiasi, voi. VI, c. 47.