497 petto! —Non cade ancora la benda dagli occhi vostri? Non vedete aperto, che i popoli non più consentono di essere guidali da’vostri capricci ? che i popoli pensano e vogliono? che si sono svegliati del sonno letargico, che tenne per secoli le loro membra nei ceppi di una dura schiavitù? che sono davanti a voi? che vogliono giudicarvi, che vogliono vendicare i loro antenati e se stessi? Guai a voi, se avete l’ardire di cominciare la inutile guerra contro i vendicatori delle vostre infamie! Il dito di Dio ha segnato nell’eterno libro della giustizia, con lettere fiammeggianti, ogni lagrima degli oppressi, ogni sospiro degli afflitti, ogni soffocata maledizione dei tiranneggiati, ogni goccia di sangue sparso dai martiri della libertà ; e voi ardite — voi, miserabili creature ! — di litigare contro l’eterna giustizia! E voi, Viennesi, voi, uomini del marzo, che sapeste cacciare quel vecchio fantasma, che rompeste i ceppi della schiavitù; voi, Viennesi, vorreste fermarvi sul più bello dell’opera, vorreste poco prima della raccolta abbandonare il frutto di quel seme, che avete sparso col sangue vostro, col sangue de’vostri figli? Avanti! avanti! svegliatevi, alzatevi, combattete per la libertà, distruggete, rompete le mene della superba aristocrazia! Guerra, guerra a morte ai proiettori di un sistema, maledetto da tutti i popoli della terra! Piantate la bandiera della libertà; ma non vogliate poi ritirarvi scoraggiati; l’inferno dee cedere al cielola tirannide alla libertà! Rompete in mille frammenti le nefande catene; liberatevi; liberale tulli i popoli dall’orrendo mostro, che vuole ritornare tra voi, ma sol per opprimervi ! Voi siete in questo momento i sacerdoti della libertà, per cui sull’Adige e sulla Senna, e sul Danubio e sulla Dra-va, corre a rivi il più nobile sangue! D.r KLUN. 31 Ottobre. (dall’Indipendente) 1TCTI2IE ITALICHE. PROGRAMMA DEL MINISTERO TOSCANO PRONUNZIATO ALLE CAMERE IL 28 OTTOBRE 4848. Signori, § I. Chiamati al grave incarico di governare lo Stato, in questi tempi singolari per tanto mutarsi d’imperii ed agitarsi di popoli, noi ci presentiamo al paese con esitanza, e a un punto con coi’aggio : con esitanza, se consideriamo la scarsa capacità nostra: con coraggio, se consideriamo l’animo risoluto a procurare il bene, che per noi si possa alla patria, maggiore. § 11. I programi ministeriali troppo sovente furono larghi a promettere, e i ministri troppo spesso slrctli a mantenere. Noi c’ingegneremo che i fatti corrispondano alle parole. A parole sincere lerranno dietro atli leali. § 111. Le nostre cure verseranno naturalmente sopra le cose interne T. IV. 3 2