314 Qui il vicepresidente Tri/foni, accordatosi co'varii proponenti, legge la formula, di concerto compilata, chJè del tenore seguente: « li governo viene incaricato di trattare delle condizioni politiche, salvo la ratifica del trattato per parte deH’Assemblea. » Dopo un’incidente osservazione del deputato Piantoti, posta a’voli la formula del mandato, sulla totalità di 112 voti, ne risultano 98 affermativi, 14 negativi. Dopo di che, il presidente dichiara sciolta l’adunanza. 42 Ottobre. (dalla Gazzetta) Padova 10 Ottobre. CRONACA PADOVANA, C, 7 ED 8 OTTOBRE. Ci avea ancora taluni, i quali volevano sperare che la guardia nazionale non sarebbe stata disciolta; e si tenea precoce la notizia già data. Poveri illusi! Si sparse anche il romore che dovesse ripristinarsi, e vestirsi d’ima luce che mai non ebbe. Ed era il nuovo errore più madornale del primo. Ora tutti credono perchè il fatto è compito e solennemente. Non esporrò che i nudi avvenimenti, tanto più che l’esorbitanze austriache non abbisognano di esagerazione per toccar l’incredibile. Dopo che il colonnello Cittadella e lo stato maggiore della guardia proposero la propria rinunzia e il discioglimento dei corpo alle umiliazioni ulteriori, che si voleano imposte al medesimo, si ordinò dal Welden la consegna delle armi. E qui sorse tra il Municipio e il Comando della guardia la discussione, se si dovesse obbedire, o no: ma poiché è già incontroverso non usarsi ora dagl’invasori delle nostre terre altro diritto, che quello della forza, dopo una protesta del Municipio, alla quale si ebbe risposta di violenti minacce, il che era aspettato , si decise di cedere alla necessità. Venne allora posto in mezzo il dubbio sul modo, e si stabilì clic il Comando darebbe le armi al Municipio, dal quale direttamente dipende, e che questo lascerebbe aperto il locale, acciocché potesse Welden soddisfare a’ suoi desiderii. Ma che ? sin a tanto che si discuteva, irruppe la brutalità austriaca, e collocati appostamenti d’armati agli sbocchi delle vie e delle piazze (austriaca prudenza), invase lo stabile ove risedeva il Comando, e insolentemente trattate le poche guardie e quelli della Cancelleria eh’erano in posto, svaligiarono l’ufficio; e dico svaligiarono perchè effettivamente la ruba si estese anche alle carte ed alle mobilie, sebbene per questa parte non sia stata compiuta. Nè qui ebbe fine la scena, perchè, col pretesto di aver rinvenuto nelle stanze dell’ufficio qualche poco di munizione e taluna palla da cannone (gran miracolo nell’ ufficio d’un corpo militare, e delitto sommo in chi dovea proteggere colle anni la pubblica sicurezza!), la truppa degli scherani, di là mossa, inondò gli altri posti della guardia; nè contenta alle armi, agli utensili ed alla minuta ricerca, sfece i pavimenti, e cercò armi e munizioni di guerra nelle sepolture (nelle caserme di S. Francesco e di S. Sofia); sebbene non