257 ingiuste fucilazioni, pur non esitiamo a mostrare il fremito delle nostre anime, il ribrezzo allo straniero che ci opprime; e l’agitazione, sorda sì, ma a mano a mano crescente^ non cessa. Se questo sia vero, leggete la Notificazione che è stata affissa oggi in Milano, e vedrete che il governo paterno, non ha nemmen esso alcuna obbedienza, alcuna sicurezza. Segue la Notificazione, con cui » Vengono nuovamente diffidati gli abitanti di questa città e de’Corpi Santi, di far la consegua, fino a tutto il giorno 26 corrente, di tutte le armi da fuoco e da taglio, come pure di tutte le munizioni da guerra, delle quali fossero in possesso. » Trascorso il suddetto termine perentorio, qualunque individuo, senza distinzione di condizione o d^anteriore intimazione, al quale si troveranno armi, sia indosso, sia nella di lui abitazione, sia in qualunque locale ove fossero riposte per fatto ad esso lui imputabile, verrà irremissibilmente tradotto davanti ad una Commissione militare, condannato a morte e fucilato entro 24 ore. « Il tenente maresciallo governatore militare della città di Milano Come F. WIMPFFEN. Da varii giorni arrivarono a Milano i conti Montecuccoìi e Marzani, col sig. Osio, incaricati di organizzare l’amministrazione del lombardoveneto.; ma pare che il Montecuccoìi non si sia trovato con Radetzky, perchè dicesi che il 25 sia ripartito per Vienna. Montecuccoìi era già stato designato altre volte per ricomporre le cose d’Italia; ma fu tanto ritardato, che sopravvennero gli avvenimenti di marzo, i quali resero vana l’opera sua. Gli fu indi surrogato il conte Hartig, già governatore della Lombardia; e questo pure, consigliere di disposizioni conciliative, non piacque a Kadetzky, e fu perciò sostituito dal principe di Schwarzenberg. Ma convien credere, che neppur esso abbia incontrato nel genio del vecchio maresciallo, perchè, dopo qualche settimana di soggiorno in Milano, disparve; ed ora ne tiene il posto il generale Wimpffen. Il fatto è che Radetzky vuol fare a suo modo, e si ride di lutti gli ordini, che gli yengono da quelli ch’ei chiama i burocratici di Vienna. Leggesi nell’ Alba, in data di Brescia 23 settembre : » La città spopolata; il popolo fremente contro la dominazione austriaca: le pattuglie di sera colte a sassate; la stampa notturna sfoga la sua ira sui muri, Alcune parole, che il generale Hainau diceva ai parrochi, assicurandoli che il passato era già stalo dimenticato, aveano indotto alcuni migrati a ritornare; ma l’Austriaco volle provare che ha conservato ancora tutte le sue delizie. Si tentò l’arresto dei signori Marchionni e Mazzoldi redattori della Fittoria; si arrestarono i signori Prosperiiii, Gerii ed altri otto individui. Così il governo austriaco mantiene le sue promesse: questo è il destino, a cui è riserbato' lo sventurato popolo lombardo. « T. IV. 47