4ò0 rintanatevi nei covigli degli oppressori: fate senno una volta, o nel dì della vittoria noi vi giuriamo -un’italiana vendetta. Ma il nostro dubbio vi è offesa: voi siete oppressi, infelici italiani! Italiani, dimostratevi adunque degni di un tanto nome, d’una tal pallia. Troppo avete tollerato in silenzio l’orgoglio de’noslri nemici: trabocca il vaso: è spezzata la corda: il pazientare più oltre sarebbe infàmia. Sgomentale del vostro eroismo il vile nemico: noi vi amiamo, o fratelli; ma per l’onor vostro e d’Italia vi vogliamo più presto sentire martiri della santa causa, anzi clic freddi stromenti della nostra rovina. 27 Ottobre. {dall3 Indipendente) ITCTISIE IT/.LI1.10. Padova, 17 ollobrc. Soldati dell’Armata Italiana. Un partito sfrenato, cui pur troppo s’univa qua e là il pacifico ciU ladino, ha respinto nello scorso marzo col più infame tradimento le truppe austriache dalle ciltà, e dalle sue posizioni nel Regno Lombardo-Veneto. li vostro coraggio, il vostro valore, guidato dal glorioso nostro duce ha riconquistato i paesi, che traboccavano di prosperità sotto il paterno scettro dell’Austria. Ora sarebbe giunto il tempo di ridonarvi colla pace la quiete in premio del sangue versato; sebbene l’Austria non solo, ma l’Europa tutta sia scossa da un febbrile fermento, da cui tornerà ben presto alla tranquillità ed all’ordine, senza ii quale non reggerebbero gli siati, e meno ancora la libertà costituzionale. Il governo austriaco vi aveva di già lealmente offerta la mano; ma 1 accecamento d’un partito insensato la respinse, e pur troppo viviamo ancora in paese nemico. Su tutti gli angoli della città, nella tasca di ciascuno di codesti traditori, voi potete leggere le istruzioni per ottenere la nostra rovina, mentre non già in campo aperto, ma proditoriamente, siccome usano questi tiranni, dovressimo essere assassinati. Quelle istruzioni proditorie raccomandano soprattutto « di molestare » da ogni parte il nemico, di non dargli nè pace, uè tregua, di spiare » le sue mosse, di coglierlo all’impensata, e di ammazzare senza pietà, » segnatamente gli ufficiali. » Iscrizioni sui muri di città e dei villaggi, scritti sulle porte delle » chiese » (per profanare i luoghi più sacri), « in campagna sui capi-» telli, e fino sugli alberi. » Di notte fucilate, grida, e suonar di campane improvviso, all’arme » continuo, onde il nemico sia costretto a distrarre le sue fòrze. INelle » città, e nei paesi dove non è ancor istituito il comitato segreto, lo si » fàccia immediatamente. » Si raduni il popolo tutte le sere nelle chiese a pregare, perchè » Dio lo liberi dalle disgrazie » (così bestemmiano Iddio, fingendo pietà e divozione).