435 per bocca del troppo credulo sig. Luigi Lestani, potè convincersi come esse non erano altro che un tradimento, del quale sarebbe rimasto vittima, se per accidente non si fosse in quella notte, contro il convenuto, fermato in casa del suddetto Lestani ; poiché la canonica fu circondata da soldati e un capitano, in onta alla propria parola d’onore, lece sfondare le porte, e a guisa d’assassino brandendo, non già la spada, ma imo sliìo, cercavaio per ogni angolo, protestando di volerlo trucidare. Del cappellano di Soleschiauo, alla cui canonica, nel giorno 18 luglio, si presentava in persona il colonnello al blocco di Palma, barone Kerpan, col suo aiutante sig. Asseck e con olio croati armali, e, non trovatolo, gli si lasciava un rescritto per cui, senza ricorrere alle autorità civili, nè alle ecclesiastiche, gli si imponeva di tutto loro arbitrio di presentarsi ad un costituto a Clamiano. E un esercito macchialo di simili soprusi, di laute turpitudini e barbare infamie, si acclama a Vienna, e nella Costituente si propone di rimeritare col premio del valore ? Olisi! insignite a questi prodi il petto onorato colla croce del merito, essi hanno bene meritalo dalla patria! le hanno conquistato una corona d’infamia, che tutti i secoli venturi non arriveranno a sfrondare. Chiamateli pure invilii e valorosi, gettate lor pure le vostre ghirlande d’alloro! Da tulle le nazioni incivilite s’innalzerà una voce d’applauso, che, mista ai gemili di quattro milioni d’italiani conculcati, farà degna musica alla festa nazionale, che voi loro apprestale! Io non ho mai guardato alla statua di Napoleone, circondata da’suoi militari trofei, senza fremere. Mi pareva che da tutti quei vessilli, da tutte quelle innumerabili foglie d’alloro, gocciassero le lacrime dei popoli, e inorridita, di mezzo ai pomposi emblemi della vittoria sentiva trapelare l’orribile puzzo del sangue. Pure Napoleone, a tanta carne umana sacrificata, poteva opporre qualche bel fatto d’intrepidezza, di coraggio, di strategia militare. Nella guerra d’Italia, di quali fatti gloriosi possono vantarsi questi vostri Generali, che seduli a tavolino, Ire o quattro miglia lontani, comandavano l’incendio, il saccheggio e la strage? Indirizzo al re di Torino, volato dal Congresso federale italiano redatto dal conte Terenzio Mamiani. Sire ! La Provvidenza, per nuove ed arcane vie, affretta e matura la salvezza d'Italia. Un popolo forte e animoso combalte sul Danubio quel nemico medesimo, che noi sul Po e sull’Adige abbiam combattuto. Ecco nelle mani di Jellacic rompersi quella spada, che dovea solo ringuainarsi dopo avere le membra del guasto impero tornate alla soggezione dell’austriaca oligarchia. Ma questa, abbonita non meno in sua casa che fuori, affoga di nuovo nel proprio sangue, e Vienna è testimonio d’una seconda e più terribile vittoria del popolo. Oltre di che, per confusione profonda dei barbari c consolazione non pure nostra ma di tutta l’umana giusti- C ATER INA. 26 Ottobre.