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fallo questo premonitore infallibile che Venezia non potrà mai appaile, pere ad allri che a sè slessa, e all'Italia. Altro episodio non meno sublime fu quello che 'i succedette. Le notizie giungevano sempre più liete c rassicuranti, e si diffondevano colla rapidità del baleno. Tulio ad un tratto i bronzi della nostra basilica riempiono l’aria della loro maestosa c sacra armonia, e avvisano che nel tempio il clero non era rimasto indifferente all’annunzio della vittoria, Come si propaga (’elettrico, così quell’invito scosse la moltitudine ratinala sulla piazza; un molo istintivo lece sentire a tulli il bisogno di curvare la fronte innanzi al Dio degli eserciti, e fu un punto solo volgersi tulli alla chiesa, accorrervi <? lasciar deserta la piazza. Quell’inno al Dio della vittoria, quella lagrima ai martiri d’Italia, dicono abbastanza quanta pietà alberghi ne’ pelli nostri, e se siamo veramente degni di quella civile libertà che santifica la religione.
     Gli auspicii non possono rispondere più favorevoli, La guerra fu ripigliata a Venezia con coraggio, con amore, con fiducia viva, I popoli d’Italia secondino vigorosamente e presti i nostri sforzi incessanti, Obblio a’dissidii interni, appartiti, alle opinioni politiche. La guerra sia il nostro grido, la guerra l’unico nostro pensiero, e la guerra ci troverà uniti, quando ci avrà ottenuto di cacciar oltr’Alpe il solo e comune nostro nemico,
30	Ottobre.	(dalla Gazzetta)
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     I	na notificazione del colite Wimpffen, governatore di Milano, in data del 25 ottobre, fa conoscere che Giovanni Lodovico Rossi, Pietro Vigo e Pietro Bordoni, tulli, ammogliati, indiziali di aver tentalo di sedurre un soldato ungherese di abbandonare il reggimento e prender servigio all’esterno, furono arrestali, condannati a morte e fucilati, Una particolare corrispondenza poi ne dice che questi tre infelici hanno lasciato 17 fig'*.
    Leggesi nel Repubblicano, in data di Como 19 ottobre: << 11 Comando militare ordinava che alle 7 della sera fossero in Como chiusi i luoghi pubblici; in un Consiglio, tenutosi ieri Tallio colla rappresentanza del Municipio, Giovio, presidente, insisteva perchè per lo meno fosse la chiusura protratta alle 10. -r— Nel corso della discussione, il comandante di piazza credette fare un atto da eroe sguainando la sciabola, li Giovio disse freddamente: Richiedesi poco cuore; date un’arma anche a me, e saprò mostrarvi di ben maneggiarla. — Il comandante divenne allora mansuetissimo e ragionevole. »
    Leggesi nella Gazzetta di Bologna: Lettera da Bergamo del 21 ci annunzia che circa 2,000 dei così detti disertori italiani, cioè degli sbandali del nostro esercito, scesi dalle montagne che confinano coi Grigioni, investirono un corpo di 500 cacciatori tirolesi, li disarmarono e gli spinsero verso la città. Il comandante governatore di Bergamo, fece uscire