220 cherà parole d' a il o Ilo e di reciproca fratellanza, raccoglierà azioni e soccorsi per la magnanima mendica. Questo è l’unico modo di combattere l’Austriaco. E se i governi hanno stimato bene di cessare dalla guerra contro di esso, così 11011 istima il popolo. Egli non si coprirà della vergogna dei governi. Annunziamo con piacere, che il prode Generale Garibaldi è ormai ristabilito in sanità. Facciamo voli che si rinfranchi presto delle forze perdute, onde questo campione invitto possa accorrere là, ove più ne abbisogna la patria. 29 Settembre. (dall’ Indipendente) Riceviamo da Lugano il seguente indirizzo: AL GOVERNO DELLA REPUBBLICA FRANCESE. Prima che le conferenze imminenti abbiano manifestato il parere delle potenze mediatrici sulla soluzione da darsi alla questione italiana, e a impedire che un parere fondato forse su dati inesatti, tradisca l’intenzione generosa e allontani più sempre Fintento pacificatore delle Potenze, è necessario che per mezzo delia stampa periodica, dei Circoli Nazionali, e segnatamente de’ suoi esuli, il popolo italiano, ultimo giudice nella questione, parli la propria mente ed esprima le necessità della propria vita politica, ogni violazione delle quali renderebbe la mediazione inutile e pericolosa. E diciamo segnatamente de’ suoi esuli, perchè composta d’uomini di tutte terre d’Italia affratellati ¡iella stessa causa e nella stessa sciagura, ed emancipati per lunga devozione al principio, da ogni influenza locale, 1’ emigrazione italiana, è in oggi, di fatto, la migliore rappresentanza che 1’ opinione del paese possa crearsi. L’ emigrazione lombardo-veneta, testimonianza eloquente, dovunque solchi terre italiane o straniere, di sacrifici compiuti e dJ energia di proposito, incarnazione vivente, per ogni dove, della nazione militante, ha qui dove noi scriviamo, un campo dove 1’ espressione non ha vincoli fuorché di coscienza, dove s’innalza più indipendente che non altrove la bandiera del Pensiero Italiano. Il fiore della gioventù lombarda è in parte raccolto intorno a noi che segniamo: e il nostro mandato, per essi e per quanti stanno da lungi con noi in comunione di fede, non esce da poteri contaminati di tradimento e di grette ambizioni dinastiche ma dal fremito d‘ una gente lungamente illùsa e sagriticata; vergine di speranze e timori fuorché pel paese; che lasciò ultima e riluttante il posto d’ onore e che sarà prima, checché avvenga, a riguadagnarlo. Base d’ogni mediazione che intenda al bene e alla pacificazione d’Italia devono essere questi due fatti: Non r’è pace possibile per l’Italia se non a patto d’una piena, assoluta emancipazione dall’Austria e da ogni sua diretta o indiretta dominazione. La questione italiana intorno alla quale le potenze mediatrici sono chiamate a discutere, non è una questione d’ordinamento interno, di politica interna; è questione nazionale, questione d’indipendenza.