340 senza che le artiglierie del forte cessassero mai di danneggiare intanto l’inimico. Ma la luce del giorno lasciò vedere a sventolar sempre sulla rocca il tricolore vessillo. Buon numero d’abitanti si ritirò nella fortezza, molli rimasero morti, pochissimi vivi nel paese. La guarnigione , che più s’ accende di generoso entusiasmo quanto più cresce il pericolo , non ebbe a soffrir altro danno che due feriti, dei quali un ufficiale che ebbe fratturata una gamba. Molla perdita subi invece l'inimico, particolarmente nella cavalleria ; sei carra di feriti passarono per s. Daniele. Nel trambusto, cento staia di grano entrarono nella fortezza. Durante e dopo l’azione, la banda sonava a festa entro le mura del forte. Padova 11 Ottobre. Un giornale di qui ci esortava alla pazienza. La pazienza sarà in vero la virtù dei longanimi, qualche volta; ma sovente è quel manto, sotto il quale celano i liacclii la propria viltà. E gli apostoli, che predicano pazienza, moderazione, non son già del vangelo, ma della eresia politica. Pazienza eh ! perchè? Vi pare egli che quattro secoli di pazienza abbiano giovato a liberare l’Italia dalla preponderanza forestiera ? — Clic 54 anni di pazienza abbiano alleggerito o aggravato l’indegno giogo dell’Austria? Voi siete illusi, o ingannatori—. Non è la pazienza, che possa redimere un popolo caduto in servitù, ma la forza ; poiché non è la virtù, ma la forza che lo tiene in servaggio —. Voi vi appellate al progresso, e che questo possa molto conseguire , il concedo ; ma che possa da sè ottenere la liberazione d’un popolo schiavo, non sarà mai. Noi non abbiamo più servi della gleba , non vediamo più schiavi nelle nostre terre; ma per questo siamo servi noi meno? Guardatevi dattorno, e indicatemi un uomo veramente libero, e sicuro di mantenersi tale in tutta l’Italia. Avete allora vinto il partito—. 0 Italia, non credere a questi apostoli della viltà ! — Non è la pazienza, che possa cacciare l’Austriaco dalle tue terre, e metter line ai rubamenti, agli incendi!, alle violenze d’ogni maniera; non è la pazienza, che chiuda per sempre le carceri della Moravia e dell'Ungheria ai suoi figli, che altra colpa non hanno che quella d’amarli; non è la pazienza no, ma la forza. Quale altro diritto anche adesso mette in mezzo l’Austria per tenerci soggetti? La conquista. E questo il diritto dei forti sui deboli; ecco il suo detto: non cederò le provincie riconquistatea prezzo del mio sangue... Ma anche l’assassino acquista le ricchezze del passeggicro a prezzo del suo sangue ; e che perciò ? ne ha acquistalo il dritto ? — Non mai. Se dunque la violenza non è un diritto per lui, piccolo ladro , lo sarà per voi, Austriaci ? E pure, quest*è l’unica ragione per cui l’Austria non vuole abbandonare la sua preda. E si vorrà che gliela tolga dall’unghie la pazienza! Oh! la pazienza, che usa l’agnello tra gli artigli dell’aquila, lo fa da lei divorare; e la forza del serpe, che le si avvolge al petto, la fa cader morta sul suolo.