437 26 Ottobre. (dalla Gazzetta) Poscritto. Leggesi nella Gazzetta di Firenze, in data del 25 ottobre: « S. A. 11. il granduca ha dato formale incarico al prof. Giuseppe Montanelli, governatore di Livorno, di comporre il nuovo ministero. » « Abbiamo ragione di credere che il governo napoletano, cedendo alle sollecitazioni dell'inviato toscano, abbia aderito in massima alla federazione italiana, affrettando le trattative per andare d’accordo sui particolari, che restano ancora a stabilirsi. « Le notizie, che ci giungono da Francoforte, ci assicurano che il potere centrale germanico è ben disposto per un finale aggiustamento delle cose italiane. I voti della Dieta, e le conosciute intenzioni del vicario dell’impero, darebbero speranza di poter concordare un ordinamento delle cose d’Italia appieno conforme ai desiderii nostri, e del quale fossero basi principali la nazionalità, l’indipendenza e la federazione. Cre-desi che, in brevp, un qualche atto solenne verrà a dichiarare queste intenzioni del gran vicario e della Dieta. » Bologna 21 ottobre. INDIRIZZO DEL CIRCOLO FELSINEO AL MUNICIPIO DELLA CITTA1 1)1 BOLOGNA. « OnOUAPìDISSIMI MAGISTRATI ! « Chi può chiaimarsi veracemente Italiano_, e non amare e non riverire Venezia? La sola Venezia incontro al nemico d’Iialia resiste ancora. Venezia sola, intrepida e generosa, ancora combatte. In lei vive e cresce la sacra fiamma, che deve un giorno risplendere colla sua luce sulla intera penisola rigenerata. « Sovvenire alle angustie che cingon Venezia, egli è debito di carità cittadina, è utile zelo per la salvezza comune. E il Circolo bolognese invoca dal Municipio^ con sereno coraggio, una spontanea offerta alla regina gloriosa dell’Adriatico. Molto in Bologna, nel sollevarla, si adopera la carità dei privati, ma al beneficio italiano uopo è che non manchi l’esempio solenne del Municipio. Molto all’afflitta Venezia giova Bologna, mercè le braccia de’suoi figliuoli, che la difendono; ma questo vincolo con lei più ci associa, alla sua causa ne fa più consorti: deh! non si lasci languire per fame, cui prodighi fummo e prodighi siamo di sangue. « Onorandissimi magistrati, nel cuore che avete educato ai gentili e robusti affetti, vi ragioni il pensiero, che presedete ad una città e libera e maschia; vi conforti il bisogno di mantenervi all’altezza italiana del suo sentire. Da voi, dalle opere vostre, può il Municipio raggiungere una lode eterna e squisita, quella di esprimere, con immagine uva, l’opinione pubblica bolognese. Rammentate, o signori, a premio vostro e del popolo, che negli anni più sventurati o più floridi, Bologna desiderò, pensò, combattè sempre e sofferse per Findipendenza d’Italia. Piammentate l’incendio, che divampava qui nel trentuno; l’eroismo improvviso, che dalle