396 La vittoria ha immortalale le intrepide vostre legioni, che animose e sollecite accorsero ad abbattere quella spergiura ed astuta tirannide, la quale incatenava da troppi secoli tante gementi popolazioni. Generosi Ungheresi! E perchè dunque ancora pugnale contro la nostra Italia? Perchè macchiate la vostra gloria facendovi complici, anzi ministri dell’ira di quegli atroci sicarii che devastano questo bel lerreno, ove un popolo gentile agogna, come voi, di acquistare la propria libertà? Voi, bellicosi e magnanimi, sempre nudriste sentimenti di amore all’Italia, perchè a Questa affini per entusiasmo e per educazione, perchè istruiti molto nella lingua dei Latini, lingua dei nostri progenitori, lingua della vostra e nostra religione. INiilia voi avete di comune coi vostri e nostri esecrati oppressori. E perchè adunque ancora combattete con loro? e perchè ancora siete associati a quegli esosi Croati vostri stessi accaniti avversarj ? e perchè uniti volete dilaniare il seno di questa misera terra? Quel santo palpito di libertà che voi nodrite, non è quello medesimo che agita il nostro cuore ? Desistete da questa lotta ignominiosa! separatevi da quei barbari che sono e saranno sempre nostri fieri nemici ! Abbracciamoci quali fratelli; non più offendeteci, anzi armatevi per noi difendere, e noi da ob-briosa schiavitù riscattare. Se faremo causa comune, noi rispetteremo ognora la vostra nazionalità, quando voi sappiate rispettare la nostra. Nè l’anima vostra si sublimi a proteggerci, non solo per simpatìa di liberali principii, ma almeno per doveroso sentimento di gratitudine? E non furono i nostri Italiani che da Vienna primi si rifiutarono di brandire la spada, allorché Irattavasi di proditoriamente assalire la vostra terra natia? E sarete ingrati a segno di voler più oltre desolare questa povera Italia, pur troppo anche da voi resa finora tanto infelice ? E non conoscete che noi opprimendo a voi stessi procurate presente e futuro disastro? Quando l’Austria avesse riconsolidato il suo dispotico dominio su tutte queste Provincie, essa colla consueta sua frode e violenza spingerebbe la noslra forza in suo aiuto per meglio la vostra forza annichilare e distruggere. Se a trucidare i nostri foste costretti dalla brutale violenza dei tiranni, ora costoro non possono avere su voi più alcuna potenza; e dello strazio per voi sofferto noi giuriamo di perdonarvi. Non paventate di disertare da quelle inique bandiere, non tendete di essere vittime dell’austriaca barbarie, ma volate a noi, che causa comune facendo, avremo uniti più luminosa vittoria. E voi cittadini dell’italo continente nel numero de'vostri fratelli aggregate anche gli Ungheresi! Usate loro qualunque ospitalità! Se sono estenuati, accoglieteli alle vostre mense; se hanno sete, refi-ciateli con ristoratrici bevande; se hanno freddo, riscaldateli e porgete loro vestiti; se sono raminghi, date loro soffice letto; se sono feriti od ammalati, inviate loro medico, o medicine; se sono prigionieri, liberateli dalle catene degli esecrati austriaci; e se alcuno di loro dovesse morire colpito da que’mostri, onoratelo di funerali, e deponetelo nella tomba dei vostri padri.