79 Ma codesta profanazione del sentimento nazionale non potrebbe a lungo durare nella leale e severa Alemagna. Alti intelletti hanno già protestato contro, e il loro numero andrà, spero, crescendo sempre. Capiranno, i veri interessi d* una nazione non poter mai essere la conseguenza deir ingiustizia; l’onore non consistere nella vittoria, quando la vittoria ad altro non vale che a moltiplicare gli asti e viziar l’avvenire. Se una guerra sorgesse a cagione delle smodate pretensioni dell’Austria, le armi cadrebber di mano alla massima parte degli Alemanni probi e previdenti; se ne avrebbe dissensione intestina, guerra civile ; e la repubblica, alla fin fine, diverrebbe un fatto ed una necessità dove non era se non un voto o uno studio. Io non consiglio a’principi di scherzare con un’arma cosi pericolosa coni’è il sentimento della nazionalità, poich’ella si ritorcerebbe contr’essi di suo proprio moto. Seminate il vento e raccoglierete la tempesta ; spargete la diffidenza e farete germogliare la ribellione. Siccome la Confederazione germanica è cosa tanto antica quanto il titolo di vicario imperiale, non va data soverchia importanza aH’elczione d’un arciduca della casa d’Abslmrgo: egli è goticume riscalducciato, c l’imitazione d’una memoria. L’Alemagna, del resto, qual è a’tempi nostri, non può essere una potenza invadente; e chiunque non andrà a cercarla in casa sua, non avrà nulla a paventare da essa. Sola la casa d’Austria, per una trista parodia di tutti l conquistatori presenti e futuri, si assunse la parte d’Alessandro Magno e di Tamerlano; c se ne sdebita abbastanza bene, come quella che possiede in perfetto modo l’arte di aspettare gli eventi e di coglierli. Quando alcuni Italiani, nell’ebbrezza della speranza e del risentimento, esclamavano: « Che farà adesso l’Austria? » io rispondeva loro: « Attenderà. » E ben m’apposi pur troppo! i\'è tampoco la Russia può ora desiderare la guerra, o sperarne un esito per sè fortunato. Le potenze d’Europa, e prima l’Inghilterra, si fanno troppo largo concetto delle forze di Russia, la quale patisce i mali degli stati barbari e quelli degli stati inciviliti, senz’avere i vantaggi nè della civiltà nè della barbarie. Pur l’Inghilterra dovrebbe avvedersi che un centinaio d’irlandesi ignudi e famelici è più tremendo che migliaia di Cosacchi, perchè il gemilo del povero che grida misericordia sale più allo che i‘ urlo delle legioni. Da un lato, preme grandemente alla Russia menomare la potenza austriaca, che sola ha mostrato qualche velleità di contenderle la piena preponderanza sulle stirpi slave; ella scorge, d’altra partej con soddisfazione l’Austria snervarsi ne’suoi conati per frenare i movimenti de’popoli verso la libertà; se ne sta quatta, ed attende il momento di piombare addosso all’Austria medesima, prima o dopo che il moto liberale sia domo. La Francia potrebbe in questo momento stringere con la Russia una alleanza che durerebbe quant’è possibile; ma, in ogni caso, non la dee temere, come l’Inghilterra mostra di fare. Napoleone ha detto: « Tra cinquantanni l’Europa sarà repubblicana o cosacca. » Fors’egli sbagliò in una particella; fors"era a dirsi: « Nel 1865, l’Europa sarà repubblicana e cosacca. » L’error grave e il malanno della Russia, è di voler estendere il suo impero sulla stirpe slava tutta quanta, la quale è dima, non pure dalle