414 sola monarchia o il suo re sia un S. Luigi di Francia, un Gustavo Adolfo, un Tito, o qualcun altro di codeste mosche bianche; fate eh’ ei s’acciuga a cacciar via il tedesco; e io domani mi sottoscrivo alla monarchia. Avviluppata nel prestigio della gloria, ed Una, la monarchia è forle. Così Federico il grande allargava il suo piccolo ducato in un gran regno. Ma se non avete allra sorgente di forza nazionale che la nebbia degii armistizi e delle ritrattazioni, e la lega di più sovrani fatti di pasta senza lievito come sono i nostri, e incastonali nella frittata delle nostre cinque costituzioni, avrete un bel girare il rotone dei cinquanta circoli, non potrete annaspare la forza da cacciar via un picchetto di Croali. Padre. Vedrete che i circoli troveranno presto la quadratura, e costringeranno i principi, piaccia loro o non piaccia, a rispettare e seguire la volontà de’ popoli. Milite. Dio lo voglia ! purché facciano presto ! Il tempo è degli scaltri e gli scaltri non siamo noi. La rivoluzione europea sta sotto al bossolo : Mettermeli tien la bacchetta, e va cavando le pallottole dal naso ai nostri scimmiatori di Machiavello. Padre. Capisco che la Lombardia patisce aspettando, ella passerà un brutto inverno .... Milite. Eh non fa caso ! I Lombardi induriranno la pelle, faranno il callo alle legnate, e staccheranno 1’ anima dalle loro case, cascine, orologli, borse e altre cose mondane intanto che i circoli discutono e protestano. Oh ! i circoli !... Sentite, reverendo, giacché siamo ricascali nel discorso del simbolo delia eternità, facciamo un po’ di storia dei circoli e vediamone 1’ efficacia. In Toscana ce n’era uno per ogni città. Un bel giorno Leopoldo dice « To’cos’è quest’altro fastidio adesso? Non vo’tanti » circoli intorno a me: che! son divenulo il mappamondo, io? Capponi! » Capponami questi circoli e circoncidimi i circolanti. » Ecco da un capo all’ altro del ducato alla stessa ora arrivano le condanne per copia conforme. Va il porta-condanne e dice: « Signori, smettiamo le ragazza-» te, smorzino i lumi, e vadano alle loro case » E i circolanti « Sissignore, ma protestiamo ; Io statuto .... » — « Lo statuto dice che protestare e dar la testa nel muro è diritto de’ buoni cittadini: animo! line alle chiacchiere ! a casa ! » — Sissignore « e si mettono il cappello sull’occhio. — « Serrino la porta. » — « Anzi: ecco, è chiuso: a lei la chiave ; ma badi che abbiamo protestato. » — « Prosit. » — « Salute a lei. « E andando a casa baldanzosi brontolano : « Quel bin o credeva di trovar delle spugne, ma non gli s’ è mostrato i denti. » E sono soddisfatti di sé stessi come avessero riportato un nuovo Marengo sul tedesco. Il tedesco intanto si sdraia sui sofà a suste del Lombardo, che dorme fuori di patria sulla paglia marcia. Padre. 1 nostri circoli di Piemonte non si chiudono. Milite. No, stanno aperti.....e svaporano. Qui in Torino v’è il Circolo-monstre che abbraccia tutli gli altri, come l’orizzonte. Jer l’altro fece un protestone coi mustacchi: « Maestà, vi facciamo sapere, colla » bocca nella polvere, che le cose vanno zoppe, degnatevi di dar loro » un calcio perchè si raddrizzino, altrimenti potrebbe darsi il caso che » noi pensassimo di osare di riflettere *se sia possibile raschiare qualche