81 cemmo. Il popolo ha cacciati gli Austriaci da Milano; il popolo gli ha congedati da Venezia, da Udine, da Treviso, da Padova, da Vicenza; il popolo, per sei settimane, li ribullò nel Cadore, e non avrebbe ceduto, senza il tradimento; i volontarii, con la loro fermezza, procrastinarono per due mesi la capitolazione di Palma; i volontarii resistettero valorosi a Vicenza nel primo assalto, i volontarii toscani frenarono l'urlo nemico a Curtatone e procacciarono all’esercito vantaggi, di cui egli non seppe valersi; il popolo ancora, dopo la dislalia de’Piemontesi, cacciò gli Austriaci di Bologna; i volontarii rimangono ultimi sul campo di battaglia. E non pertanto, gli uomini di mestiere e gli uomini della corte ostentavano pel popolo e pei volontarii 1111 superbo disprezzo : accomiatarono i contadini, che andavano ad offerire il braccio ed il sangue loro; destarono le diffidenze e le cupidità, le speranze mendaci e le ambizioni municipali, che imputavano altrui; ammorzarono l’entusiasmo delle turbe, ridussero la gran causa nazionale alle grette proporzioni d’ un interesse dinastico. Non intendo riversare sopra un partito tutti i torli; le querele non sono mai scuse. Ma quando è in mezzo l’onore d’un popolo calunnialo, quando la sorte di quel popolo può dipendere dalla riputazione che altri gli fa, quando ha chi s’industria di falsificare la voce della storia e di soverchiare il grido dalla coscienza pubblica indignala, la minor soddisfazione eh’ uoiu si possa permettere è dire senza rancore nè odio : » Rispettate l’infortunio di cui siete, in parte almeno, gli autori. « E doloroso dover sostenere le calunnie dei fratelli, dover difendersi da’colpi di coloro, i quali dovrebbero essere i nostri migliori amici ; ma non si può non osservare che gl’interessi dinastici e le cupidigie municipali, onde fu contaminata la lotta dell’indipeudenza, molto nocquero al suo trionfo. Le questioni esteriori si aggravarono; l’Alemagna afferrò tale pretesto per affermare che, se si trattasse d’altro che dell’ampliamento d’un regno, la non potrebbe resistere alla simpatia che le inspira il popolo italiano; i principi dell’Italia presero ombra; il papa, l’iniziatore del movimento, quegli che, senza dichiarare la guerra, l’aveva fin dal principio fatta con tutta franchezza, che, primo, aveva mandato sul territorio veneziano i suoi figli, che ne aveva sguernito le sue città con pericolo della sua sicurezza, il papa esitò. Gli fu ascritto a colpa quella ch’era una pi uova della delicatezza di sua coscienza, delia lealtà dei suoi affetti. Gli ripugnava, a lui padre degl’italiani e di tutti i cristiani, di esser ridotto alla parte di strumento passivo, e quasi a stato di macchina. Ripeto: i soccorsi della Francia non furono sdegnosamente rifiutati I dalla nazione. Ognun sa che alcuni giornali ed alcuni declamatori non possono essere nè i giudici della condizione d’un popolo, nè gl interpreti de’suoi sentimenti. Riguardo a Venezia, sono in grado di addurre una pruova del contrario, una lettera che ho consigliato, che ho scritto nella prima metà di giugno, in nome del governo della Repubblica. Eli’ era indirizzata al governo del Piemonte ed a tulli gli aliti stali d’Italia. Noi h chiamavamo a deliberar presto e a dichiararsi schietto circa la sorte loro e la nostra. » Se potete bastare a voi stessi, aiutateci; se no, ricorriamo tutti di concerto alla Francia. Cosi fatta, la non sarà un’inter-T. IV. ()