380 da un giornale di Francia, clic, lord Palmerston c il sig. Bastidc, non accettando le basi presentate dall’Austria alle trattative, questa abbia formalmente rigettala la mediazione anglo-francese. ¡Noi usciremmo allora dalla falsa posizione, che ora ci è fatta, per rientrare in quella, che solo è degna di un popolo risorto al conquisto dell’indipendenza; la guerra finché non si sia vinto. Non sono ancora i tempi beali, che il vinto possa sperare d’aver ragione per vie diplomatiche. 20 Ottobre. (dall’ Indipendente) ULTIME NOTIZIE. Venezia, 20 ottobre ore 7 pomeridiane. NOTIZIE DI MILANO. Da Milano scrivono all 'Alba che 400 e più Ungheresi, dopo la risposta di Radetzky, abbandonarono le insegne, dirigendosi verso le valli dei laghi, scortati e muniti di vettovaglie gratuitamente dai paesani, ai quali con gioia promettevano e giuravano che la causa dell’Italia era quella dell’Ungheria e che combatterebbero insieme contro l’Austria. Si sono riparati in Isvizzera. A noi piacerebbe meglio che prendessero la strada del Piemonte. Tutti i generali, gli ufficiali tedeschi in Milano^ alle nuove di Vienna rimasero come colpiti da fulmine. L’orgoglio loro è caduto. ¡Nacque un disordine, uno sconforto indicibile. Radetzky dicono sia mezzo impazzito di rabbia, e si confonde in continui ordini e contrordini. Tutte le truppe sentono la strana loro posizione; separate dal potere centrale, anzi senza conoscere a qual potere appartengono, davanti ad 1111 esercito nemico 11011 debole, davanti a popoli desiderosi duna rivincita, e in mezzo ad una popolazione fremente di sdegno, di libertà, di onore oltraggiato, inasprita dalle vessazioni inaudite cui va soggetta da due mesi; perchè in questi due mesi 1’ Austria, esaurita di risorse, si trovò nella dura condizione di aumentare il tesoro dell’ira dei popoli, facendo vivere alle loro spese un esercito di rapaci e crudeli ladroni. Queste idee tormentano e scoraggiano il soldato, il quale non ebbe mai l’ardire e la coscienza della vittoria, perchè vide scomparire il nemico senza saperne il perchè. Mentre i nostri oppressori stanno in questa disposizione d’animo, si vedono risorgere gli antichi spiriti del popolo. Quasi palesemente si parla del ritorno dei Piemontesi, e vi so dire che è desiderato come il momento della liberazione. Ogni nuvola di discordia è sparita — siamo tulli veri figli d’una sola patria — si tratta di cacciare l’odiato nemico, di purgare per sempre questa sacra terra. Si aspettano quanto prima rinnovate le ostilità, si aspettano le visito dei nostri amici Genovesi; si spera che l’emigrazione lombarda sara’ tutta organizzata, armata, pronta ad accorrere AL PRIMO CENNO. -12 ottobre. — Un corrispondente del Corriere Mercantileriferite le notizie dei fatti di Vienna del 9 corrente, soggiunge :