o 561 ■>£> destinate al pagamento degli interessi. È riferibile appunto al monte nuovo il fatto ripetuto da molti scrittori, che Giovanni I di Portogallo impetrasse dal senato la grazia di essere abilitato a depositare in esso una somma. Ad onta di ciò, le conquiste di Maometto li e la guerra ferrarese fecero sorgere il bisogno di un prestito successivo, ed ebbe vita un terzo monte detto il novissimo. E qui è da notarsi pur troppo che in tanta angustia di guerre non si pagavano gl’ interessi del monte vecchio e nuovo, e quindi caduto n’ era il credito onninamente ; per la qual cosa, assodatasi la pace dopo la lega di Cambrai, volle il senato discendere ad un mezzo di ammortizzazione, e decretò nel 1520, fossero gl’interessi ridotti alla metà fino al 1607, che entro tal termine calcolavasi appunto di estinguere il debito vecchio, e doversi assegnare delle rendite con cui procacciare l’acquisto di capitali ed interessi a carico dello Stato. Giunto peraltro il 1600, si conobbe impossibile la progettata estinzione di tutti i censi arretrati; quindi nuovamente si decretò che a quei compratori di censi pubblici, i quali avevano acquistato in tempi di massima deje-zione, si pagasse soltanto il prezzo di costo, cd agli eredi il doppio. Se non che nel frattempo le nuove guerre del 1559 diedero origine ai cosi detti depositi o capitali di zecca, i quali si mantennero fino al cader dello Stato. Furono attivati dietro corrisponsione di prò vitalizi, e si accrebbero a dismisura negli anni 1542 e 1572, dimodoché le pubbliche rendite non bastavano al pagamento dei censi, e tutto sembrava minacciasse rovina ; ma in allora v’ erano cittadini, sicché, sorto Francesco Priuli con un piano di progressiva ammortizzazione, in soli sette anni le finanze furono ristabilite. Il secolo XVII fu teatro di nuove guerre coi Maomettani ¡nuove spese perciò, nuovi sbilanci, nuovo accumulamento d’interessi non soddisfatti, nuova rovina nel credito dei pubblici effetti. Il governo intimorito cercava pure un rimedio, e molti proponevano che, come altra volta, i capitali detti non vergine, cioè quelli di acquisto, si compensassero al solo prezzo di costo ; ma la proposizione non venne accolta, e fu preso invece il partito di accumulare gli interessi ai vol. i. 46