90 « Ma se mal i dcslini d* Italia volessero ancora apportarci questo dolore, noi gemeremo in segreto, preparando il giorno della comune redenzione. » Riferiamo la seguente rettificazione del generale lombardo Lecchi, da cui s’imparerà quanto abbia fatto la Lombardia per la causa nazionale: « E ufficio degli uomini imparziali rettificare i fatti, che nell'ora della sventura le passioni sforzano di alterare, per derivarne conseguenze favorevoli ad un principio, che si vuole diffondere tra il pubblico, nello scopo di rompere i vincoli di fraternità fra due popolazioni, che una causa comune aveva riunite. « E stata messa in dubbio F efficacia delle armi lombarde nella lotta intrapresa per la liberazione, e si è voluto far credere che la guerra avrebbe avuto altro successo, se fosse stata meglio secondata da chi la ebbe intrapresa nelle cinque giornate di marzo. « Mentre queste vociferazioni uscivano dalle bocche degli oziosi, S. M. e lo stato maggiore dell’armata sapevano che ¡’estesissima linea dello Stelvio e del Tonale era difesa da 5000 e più soldati lombardi, e da altrettanti volontarii, comandati dall’intrepido D’Apice. « Sapeva che il Caffaro, la Rocca d’Anfo e la sponda del lago di Garda erano custodite da oltre 5000 Lombardi, capitanati dal generale Giacomo Durando. « Sapeva che una divisione lombarda di 12 battaglioni ('composti, è vero, di gente da poco tempo inscritti e di studenti), teneva, sotto il tiro del cannone nemico, blocc.ita Mantova. « Sapeva che non lasciò il suo posto che al ritirarsi dell’cscrcilo piemontese, che pati al pari di questo i disagi, le malattie e la fame, e partecipò al comune infortunio. Due squadroni di cavalli lombardi seguitavano questa divisione. « Sapeva che il generale Griffini, in Brescia, stava alla testa di sei battaglioni di soldati lombardi regolari,, e di alcuni corpi di volontarii, assistiti da 8 cannoni da campagna, olire i 6 in batteria nella città, con numero corrispondente di artiglieri. « Sapeva che un corpo di oltre 800 cannonieri, ed altre due batterie di 8 pezzi ciascuna, governate dall’operosissimo colonnello Peltioengo, presidiavano Milano. « Sapeva che tre compagnie di zappatori lombardi erano sistemate, dirette dal sig. maggiore Cadorno, in Monza, e che un battaglione del 1. di linea, ed un altro di coscritti, esistevano al deposito in Milano. « Non ignorava che il generale Garibaldi si era diretto, con 2000 uomini circa, sopra Bergamo, dove si trovavano due altri battaglioni. « Sapeva che al campo trovavansi le compagnie volontarie Simonetta, Longone e Griffini. Sapeva finalmente che una quota di 9,600 coscritti lombardi erano stati amalgamati, in ragione di 800 per cadauno, nei 12 battaglioni della riserva piemontese.