296 mestizia. Svelando le schifose piaghe dell’aristocratico governo, ei diceva che l’aristocratica malizia era riuscita a corrompere fin anco il sacerdozio, facendolo servir© come organo vilissimo di delazione. La macchia di pochi nostri confratelli, che, nell’ opinione volgare a guisa di olio si è sparsa e distesa sopra il chiericato in genere, con immenso dolore de’ buoni, debbe essere prontamente da noi lavata con uno slancio generoso di amor patrio, adoperandoci a lutt’ uomo per l'italiana redenzione. Noi vergini del Cristo, che è luce e verità, dobbiam ripudiare il connubio infamissimo di madonna polizia, e schivare i recessi tenebrosi, entro cui soggiorna la schifosa baldracca. Noi, ministri dell’Uom Dio, del patrono de’popoli conculcati dai prepotenti, noi depositarli dell’ altrui coscienza, non dobbiamo arrotare la mannaia dei tiranni, ma rigettare lungi il benché minimo sospetto che da noi si possano sacrilegamente tradire i fratelli, che, affidandoci gli arcani del loro cuore, ci scelgono a consolarli a nome del Cristo. » Nei primi tempi della Chiesa, ed in quelli del medio evo, che noi appelliamo barbari, i chierici erano il fiore del patriottismo e della civiltà, i soli che osassero parlar aito in faccia ai tiranni, i soli che difendessero il popolo fatto schiavo e ridotto al livello de’ più vili giumenti. Ora sarà ufficio esclusivo del laicato di educare il popolo e di resistere ai prepotenti? E noi, imbarbariti nel secolo della civiltà, non divideremo coi laici il nobile ufficio, ma ribadiremo invece le catene degli schiavi, e ci faremo strumenti di tirannide e maestri d’iniquità? . .. Accoppieremo noi il venerando titolo di unto del Signore coll’ abborritissimo di delatore e di birro? . . . Invece di fidare nella protezione di chi ci diede il sacro mandalo, fideremo in quella dei governanti aristocrastici e assoluti? Insensati! Il trono deirassolutismo poggia sull’altare, e col suo peso e colle sue sozzurre lo sfonda e lo deturpa. Talché dovremmo prendere in imprestito quel velo, di cui si vorrebbe coprire la statua della libertà, per nascondere le turpitudini del sacerdozio, sposato al dispotismo e alla polizia. Confratelli ! vi rendete ridicoli e spregevoli, e peggio^ cercando di appuntellare cogli oracoli delle sacre carte una causa disperata. La potestà de’governi, voi dite, è fondala nel giure divino; le monarchie le più assolute sono rappresentanze di Dio. Incanti! se queste pretese piante celesti ci danno pomi di Sodoma, se dai frutti guasti e velenosi il popolo caverà argomento di maledire alla malignità degli alberi che li producono, chi vi salverà dall’accusa di mentitori, di apostoli della menzogna?... Ritorneremo tra breve su questo argomento. » Il Parroco NICOLA ¡VIONTEMANiU « I giornali svizzeri contengono il testo della Nota, trasmessa dal Direttorio elvetico al ministero austriaco degli affari esterni, per mezzo dell’ambasciatore imperiale, che trovasi a Zurigo, colla quale si richiama contra le aspre disposizioni che Radetzky prese nella Lombardia contra i dimoranti Elvetici, e a danno della Confederazione. Questa Nota è in data del 22 settembre. Così pure, in data dello stesso giorno, pubblicano una Nota dell’ ambasciatore suddetto al Direttorio, colla quale, assicurando