178 tallii da parte della Francia, essa agirebbe in modo sicuro e vantaggioso. Essa s’è mostrala paziente, si mostrerà disinteressata: nessuno vorrà darle torto perché soccorre al debole che l'invoca da lungo tempo, perche s’immischia, l’ultima di tutte , di affari che la toccano così da \icino. 1 riguardi che essa ebbe, toglierebbero qualunque pretesto alla gelosia dei suoi rivali, e diminuirebbero di molto gii imbarazzi esterni. Al contrario una longanimità spinta troppo oltre non farebbe che aggravarli , e renderebbe il nemico ognora più arrogante. Non già che l’inerzia della Francia possa essere presa giammai per paura : i Francesi hanno un bel fare: Dessimo avrà mai il diritto d’imputar loro questo diletto. Bla , io lo ripeto, gli imbarazzi aumenterebbero sempre più, e quando il tempo della guerra \enisse veramente, essa si presenterebbe senza compensi, senza profitto e senza onore. Ed osservate che qui la questione di sicurezza, e di utilità si confondono. La mediazione della Francia ( dico mediazione per causare una parola più sospetta che del resta non muta la natura delle cose) questa mediazione de\e essere profittevole alla Francia, perchè le è necessaria. E m’accingo a spiegare come. Certe dottrine economiche introdotte da Inghilterra in Francia, male interpretate dagli uni, male applicate dagli altri, sostenute dalle massime del dieciottesimo secolo, che morte nella teoria vivono nelle abitudini : queste dottiine, io dico, invigorite dalle passioni politiche e dai sommovimenti sociali, hanno creato un danno grave che minaccia le nazioni nella loro vita intima e nel loro avvenire. Ora nel modo stesso che Locke è padre di Conditlac, Luigi Blanc è figlio di Owen : ciò che non toglie che Fourrier e Saint-Simou, Gassendi e Saint-Evremont siansi spinti più iu là di Owen e Locke. Nelle massime de’ socialisti v’ è però del vero : e qualche versetto dell’Evangelio, ma tradotto a rovescio. Per distinguere ciò che è degno di studio, per farne una dottrina che concilii questo principio col sentimento d’annegazione, che è tanto necessario alla natura umana quanto il pane, abbisogna ancora del tempo , e forse non poche esperienze dolorose. Frattanto bisogna vivere, bisogna calmare passioni inopportunamente suscitate, acquietarle con potenti diversioni, e con nuove occasioni di lavoro onorevole. Ecco il servizio che l’Italia può rendere alla Francia; essa le chiede un benefizio politico per ricambiarla con un favore sociale , forse maggiore del benefizio. Se la guerra scoppiasse, allora l’ebbrezza che essa ecciterebbe in un popolo naturalmente bellicoso, trarrebbe dietro di sè molto malumore al di fuori, e quella forza di entusiasmo che ne sarebbe conseguenza, darebbe agli onesti l’ispirazione del coraggio per reprimere ogni tentativo parricida. Il credito bentosto si rinnoverebbe, imperciocché i giuochi di borsa non possono ritardare, le grandi questioni politiche non potrebbero nè generarle ^ nè iniziarle; il credito è la misura e non la causa dello stato politico. Del rimanente, questa guerra esterna anche sotto questo rapporto non saprebbe causare tanti danni quanto la guerra civile, imperocché in quella è possibile che alcuni guadagnino, ma qui la perdita è per tutti inevitabile e prossima. I ricchi banchieri, se temono il comuniSmo, non dovrebbero temere la guerra.