412 Padre. 1 loro principi. Milite. Ci siamo, per Dio! E se quelli clic comandano gli esercitili aizzano contro i loro concittadini e li tiran via dall’aspetto del Tedesco, che diamine van delirando i circoli di guerra possibile? Un villanzone se vuol batter giù 1’ albero gli dà della mannaia alla radice, e migliaia di sapienti non sanno unirsi in questa semplicissima massima, die per aver forza da cacciar via il tedesco bisogna cominciare dal dar della scopa sui suoi compari? Ma die dico io: non sanno! Sonno tulli; tulli conoscono gli alti cooperatori di cui vogliono servirsi, lutti in cuor loro accostandosi coll’incensiere all'idolo, dicono: » Verrà il tuo giorno « ma pongono la loro vanità scientifica nell’ avviluppare la matassa, onde riserbarsi il privilegio di scioglierla. Ma i re, che hanno letto la vita d’Alessandro sanno, come si sciolgono i viluppi e come si rimandano i dottori colle pive nel sacco. Padre. .Eli no! questo poteva dirsi dei dottrinar» della fusione; ma i circoli vi sono messi di proposito, e non si lasceranno gabare. Stanno in guardia. Milite. E minacciano! e intanto i re preparano nell'ombre la gran mazzolata da dare in testa ai signori circoli. Essi gridano, e i ministri e i re arruotano le spade dell’inganno e del tradimento, contro i popoli. Chi non vuole lasciarsi vincer del tratto, mena primo; e chi è primo mena bene. Poiché i circoli veggono die a quella ci si deve venire, perchè si perdono in ciarle inutili? Protestano, riprotestano, tornano a protestare: gli è far veramente un circolo . . . un’anguilla che si morsicala coda. E le par morale, padre, che queste adunanze diano al popolo esempio e scuola di gesuitismo innestato sulla sacra pianta della libertà, professando principii palesi e finta venerazione ai principi là nelle sale di riunione, e poi, spente le candele, nel tornar a casa, tirando di tasca i fini remoti e bucinando » il principe è un volpone, un galeotto, ma lo serviremo noi a suo tempo? « Vada una sera a vedere i cavallerizzi, padre, e vedrà quanti circoli sfonda un pagliaccio con un salto. Quell’ uomo in balli e montura ricamata, che tiene il frustone in mano, è il padrone, quel pagliaccio che riceve la scuriada, ringrazia, e salta a piè pari nei circoli, e rimane in piedi sul cavallo, è il ministro responsabile del governo a contrappesi. Ad uno stioceo del frustone vedrà i circoli andare in squarci come vanno le carte e gli statuti. I circoli cessino di girare sul loro asse; spezzino la ruota delle (unzioni cabalistiche, e si fermino sul triangolo irremovibile la Repubblica. E alla protesta che è cembalo scordato, sostituiscano l’azione immediata: e crederemo alla potenza dei circoli. Padre. Voi dite bene: l’azione. Come si fa ad agire ora che le popolazioni sono stanche, e P entusiasmo è semispento? Milite. Non lo riaccenderanno, no, soffiando nella cenere ; nella cenere d’un sistema screditato; in quei nomi che ora sono carboni spenti, in Pio Nono .... Padre. Per pietà, non parliamo di lui! Il cuore mi sanguina: è come smuovermi un uncino che avessi fitto nelle carni : qual delusione crudele