219 pensiero, un solo affetto governa il suo popolo, il pensiero e l’affetto «Iella nazionale indipendenza ; un immenso pericolo le sovrasta, che la sua intrepidezza e la sua costanza non basterebbero a scongiurare, e questo si è la miseria, che ogni giorno le va accumulando il tempo, l’alleato più tremendo de’ suoi nemici. » Tre milioni crescenti di spesa al mese, con solo 200 mila lire di reddito; esaurite tutte le interne risorse, dacché i cittadini hanno dato fino l’ultimo obolo; chiuse le vie ai commerci ; separata dalla terraferma, principale sorgente de’ privati peculii : ecco in poche parole la condizione, che rende precaria ogni di più la sua esistenza ; e questo pure è a voi noto, o Torinesi, dacché, prima ancora che Venezia vi facesse per bocca nostra sentire il suo grido d’ angustia, voi lo presentiste, e prendeste disposizioni per procurarle sussidii. » Ma voi non potete ignorare chg i sussidii, che le si procaccerebbero per Aia di colletta, sarebbero insufficienti a tanto bisogno, e per conseguenza dovete persuadervi che a salvare Venezia, e con essa la causa di tutta l’Italia, è d’uopo a voi e a tutti gl’ Italiani, che questa causa disertare non vogliono, accettare i patti eh’ essa vi propone col suo programma di prestito 51 agosto passato. i» Torinesi! Venezia non rifiuta la limosina, perch’ essa non la chiede per sè ; ma domanda a voi, all’Italia, in nome dell’Italia medesima, e per l’indipendenza e l’onore di tutta la nazione, che pesano ornai unicamente su di essa, vi domanda a prestito quello che generosi vorreste donare: ma ve lo chiede in una proporzione più adeguata a’suoi bisogni, e ve ne sarà più riconoscente perchè,, nelle presenti condizioni, è certo, maggior sacrifizio dare dieci a prestanza che uno gratuitamente. » Però noi proponiamo a questo Circolo nazionale che, senza trascurare altri mezzi che credesse più agevoli ed efficaci, voglia eleggere una numerosa Commissione, incaricata di questuare per le case di questa illustre capitale sottoscrizioni per il maggior numero possibile di azioni, che i sottoscrittori si obbligherebbero di pagare verso la consegna delle rispettive cartelle. » Torinesi! 0 l’indipendenza d’Italia è delirio, o, se essa è una fede per cui tutti daremmo il nostro sangue, non vi è sacrifizio di danaro cosi imponente, che non sia maggiore la vergogna di non averlo fatto, quando con esso tutto si può salvare, o alla peggio tutto perdere, fuorché I’ onore. I Commissarii di Venezia E. Todros - G. Giovanelli - G. B. Giustiniani - G. Fresoiii. Il Circolo sarà lungamente memore di tale visita. L’unico vessillo, che ancora s’innalzi contro lo straniero, è tenuto da Venezia. Grande macchia sarebbe, se non le rispondessero le città sorelle, se per mancanti sussidii ella dovesse cadere. Ma non invano Venezia avrà posta fiducia nel Piemonte., Il Circolo li nominò socii onorarii insieme all’ illustre Cesare Correnti, ed eziandio membri del Comitato di beneficenza, anzi ordinò l’invio d’una deputazione, costituita da Gherardo Freschi, veneto, della Noce, Reta, Corghi, al Circolo di Pinerolo, la quale, mentre vi re-