6G 9 Setiembre. AI COMITATI DI GUERRA ED AI CIRCOLI NAZIONALI DI TUTTE LE PROVINCIE D'ITALIA. Da questo propugnacolo rimasto alla italiana indipendenza, da questa Venezia cosi bella d’ arte, così splendida di storia, e la cui resistenza, nella improvvisa e precipitosa declinazione delle sorti italiane, è pegno sicuro di risorgenti destini, si alza un grido che echeggierà nella intera penisola. Qui son convenuti Lombardi, Subalpini, Pontiiicii e Napoletani ad aiutare i valorosi abitanti nella difesa delle classiche Lagune. Qui son rappresentate quasi tutte le provincie d’Italia nell’ultimo sforzo a pro’ della patria comune contro il comune oppressore. La guarnigione, benché assottigliata alquanto da malattie, è ancora sufficiente alla difesa, piena coni’ essa è di alti spirili, calda di patrio amore, volonterosa a’ pericoli, tollerante de’ disagi ed assistita dalla Guardia nazionale. Animi abbiamo e braccia, ed ostinata speranza di versare fruttuosamente il sangue per l’Italia; ma esausto è l’erario da lunghe spese, e tolto, per la occupazione del Veneto di Terraferma, il modo di riempirlo proporzionatamente ai bisogni, non bastando i molli milioni di lire dati ultimamente dai Cittadini. Lascierà l’Italia, che parea poc’ anzi essersi levata come un sol uomo a schiacciare il Tedesco abbominato, lascierà essa perire i suoi ultimi difensori per mancanza di soccorso pecuniario ? Se i governi che dovean rimanere uniti, e si sono disgregali, che doveano perseverare virilmente nella ben incominciata impresa, e si sono accasciati sotto le prime sventure, vengon meno alla nazione, sottentri essa a mostrarsi degna di sorti migliori. Nessun governo può vietare che le urgenti necessità di Venezia siano soccorse con danaro. Si aprano soseri-zioni, si faccian collette ; ciascun italiano dia l’obolo sacro alla città propugnatrice suprema della nazionale indipendenza. Finché questa Città miracolosamente uscita di mano all’ Austriaco, e che ridata una volta al-l’Italia dai Cieli, sarebbe infamia ed empietà il riperdere per avaro abbandono, finché questa Venezia sarà libera, le sor li d’Italia non sono perdute, ed una nazione potente e vicina potrà, ad onta di ogni tenebroso diplomatico raggiro, soccorrerci in tempo. Comitati di guerra delle provincie tutte d'Italia, che altro vi resta fuorché l’aiutare pecuniariamente almeno Venezia dove ancora si combatte? Circoli nazionali, che altro vi resta fuorché aiutare 1’ ultima rappresentanza armata della nazione ? Sieno i vostri aiuti larghi, pronti, ef-licaci, e vi sentiremo fratelli come se combatteste al nostro fianco. Venezia 23 Agosto 4848. GUGLIELMO PEPE. ROMANI. Alla voce del valoroso capitano, che regge la veneta guerra, si aggiunge la voce eziandio di 5000 nostri fratelli, che nudi ed affamati co-