428 /ione, die altamente si ode ¡11 bocca della popolazione lombarda e delle stesse truppe imperiali, clic precaria, cioè, e di breve durala sarà la presenza degli Austriaci in Italia. A Milano ier l'altro inalbera vasi un grande stendardo tricolori lo italico; e buon tratto di tempo slava spiegato agli applausi della moltitudine. Non osava la polizia di toglierlo, ed il Comando militare mandava a ciò un distaccamento di truppe, clic, accollo dai liscili e dagli urli, eseguiva l’ordine ricevuto. L’ufficiale corse grave pericolo, ed i soldati erano in grande apprensione ; ma quel capitano ammansò gli sdegni dicendo con buon garbo : — Signori, abbiate pazienza anche per un poco: presto lo rimetterete — Le notizie della frontiera piemontese suonano tutte concordemente guerra, e 1’ attitudine presa dall’armata sarda non ne lascia neppure il dubbio. Radel/.ky ammassa quanti può armali sulla linea del Ticino, ed in Milano più non rimangono che circa 40,000 Croati. Gli Unghcri sonosi fatti allontanare pei primi; ma quanto si possa contare su loroj lo dicono le frequenti diserzioni, le simpatie che sonosi in essi destate per gl’italiani, e le dimostrazioni dei loro sentimenti avversi alla causa dell'Austria. 1 movimenti contemporanei dell’ armata sarda dalla parte di Novara, dalla parie di Alessandria, e la marcia delle truppe dal Genovesalo sopra Sarzana, indicano la vicinanza di militari fazioni. Una sola voce echeggia per tutto il Piemonte: — La guerra. — Immensi sono gli apparecchi. È da notare come in Piacenza gli Austriaci non sanno se il nemico possa piombar loro addosso da Voghera o da Parma; quindi fanno lavori e mettono posti avanzati anche da quella parte, che indicherebbe temersi la guerra dal duca di Modena. Il seguente ordine del giorno di Radetzky, pubblicato nella Gazzetta di Milano del 40, mostra di per sè le apprensioni del vecchio maresciallo intorno alle disposizioni della sua armata: ORDINE DEL GIORNO. Quarlier generale di Milano, 42 ottobre 4848. Soldati! Voi mi avete spesso chiamato vostro padre; come tale vi rivolgo in oggi la parola. Scene sanguinose sono avvenute in Vienna, cagionale sgraziatamente dalla discordia, che oggidì divide in partili la comune cara nostra patria. II ministro della guerra generale d’artiglieria conte Latour, vecchio e prode nostro camerata, è stato assassinato da un’ orda furibonda di popolo, ma l’imperatore e la sua famiglia godono di buona salute e sono da truppe fedeli circondati. Soldati! 11011 lasciatevi traviare da falsi romori e da menzogne; siale fermi nella fiducia di cui mi deste continuamente prova; io non vi occulterò il vero: siate irremovibili nella vostra fedeltà verso l’imperatore e nell’ amore per la patria, il di cui bene sla mollo a cuore a noi tulli egualmente. Respingete con onta e disprezzo chiunque osasse tentare la vostra fedeltà, chiunque pretendesse che voi, vincitori in tante battaglie, aveste sleali a macchiare il vostro onore; le vostre geste hanno ripieno il mondo di ammirazione. Re e popoli me lo hanno espresso in iscritto;—•