3^29 può produrre gravi conseguenze, rincrescendogli di dover chiedere F intervento dell’I. R. Governo austriaco in un caso tanto inaspettato. L’oggetto della nota che l’incaricato d’affari svizzero presso la corte di S. M. I. R. Ap.j l’onorevole signor dott. Kern, ha l’onore di presentare all’E. V., è il conflitto recentemente insorto fra l’alto Governo del cantone Ticino e S. E. il l'eld-uiaresciallo conte Radetzky, governatore militare della Lombardia, l’istoria dei quale il Direttorio federale ha l’onore di portare qui in seguito a cognizione dell’Ecc. Vostra. In seguito al combattimento di Custoza succeduto negli ultimi giorni del mese di luglio prossimo passalo con esito avventuralo per l’I. R. armata, interi corpi della già armata italiana furono costretti di ritirarsi sul territorio svizzero e di cercarvi un temporaneo asilo. Giusla la politica della Svizzera mai sempre praticala verso tutti, e conforme le esigenze dell’umanità verso sventurati, i più interessali cantoni di conline de’Gridoni e del Ticino non hanno esitato di assicurare loro un ricovero temporaneo sul proprio territorio neutrale. Il Direttorio federale però sin dal 28 febbraio, prevedendo le crisi che potevano sovrastare agli Siati europei, erasi creduto in dovere di meglio precisare in una circolare particolare a tutti i Governi cantonali quella politica, che al credere dell’autorità direttoriale, in un’epoca tanto difficile, dovevasi tenere, tanto nello interesse della causa della Confederazione Svizzera, quanto anche in considerazione degli obblighi internazionali. In questo manifesto il Direttorio federale dichiarò, dovere la Confederazione osservare una strella neutralità verso Stati vicini, non immischiarsi in modo alcuno negli affari esterni, in osservanza del principio sempre mantenuto che debba essere libero a ciascuna nazione di ordinare e sviluppare le interne sue ordinazioni a norma de’propri bisogni. All’incontro per riguardo ai rifugiati che si presentassero, venne raccomandato di loro accordare un tranquillo asilo; dovevano però essere loro tolle immediatamente le armi, e venir sorvegliati perchè non succedesse alcun intrigo col quale potesse venir compromesso l’ordine pubblico nell’interno od all’estero. Da secoli la Svizzera ha assicuralo un ricovero ai perseguitati politici, ed essa conserverà anche per l’avvenire questo attributo della nazionale indipendenza. In piena armonia colle qui esposte idee del Direttorio federale hanno in tutto proceduto i governi cantonali, durante le ultime vicende che hanno commosso i diversi Stati vicini della Svizzera: i governi de’Grigioni e del Ticino hanno, cioè, concesso agli emigrali italiani un asilo, ma in pari tempo hanno preso le misure preventive perchè nulla avvenisse che potesse dar cagione di lamenti alle vicine provincie della monarchia austriaca. Tanto il Governo del Cantone de’Grigioni, come quello del Ticino hanno provveduto che ai rifugiati fossero tolle le armi; e queste non meno che le munizioni sono stale deposte e vengono custodite per cura delle autorità federali sino ad ulteriore disposizione. Per riguardo a queste misure dovevano i governi contare sulla riconoscenza delle II. RR. autorità in Lombardia; e quindi dovette sembrar più sorprendente che il feld-maresciallo Radetzky siasi indotto ad indirizzare •1 19 del p. p. mese una nota al Consiglio di Stato del Ticino, nella quale si lagna dei rifugiati italiani che si trovano in quel Cantone, ed