402 con prontezza a tutti gl’ inviti, che ve ne furono fatti, facendo a questa carissima patria delle sostanze e persone vostre una generosa obblazione. Ma il fatto sinora è nulla, tinche resta altro da fare. Questa patria abbisogna di nuovi e continuati sussidii ; e perciò, senza lasciar gli ordinarli, gliene offrirete uno straordinario, e particolare, dietro gli eccitamenti del parroco, nell’occasione, che vi procuriamo, d’implorare a commi prò’ le benedizioni del cielo. Salvate la Patria terrena, senza mai perder di vista la Patria celeste, a cui debbono tendere incessantemente, come ad ultima nostra mela, i desiderii, le speranze, e le opere nostre, ed a cui preghiamo il Padre delle misericordie che voglia tutti condurci, neli’ atto che vi compartiamo col solito affetto la pastorale benedizione. Venezia, dalla Nostra Residenza Palriarcale, il dì 12 sett. 4848. * J. CARD. MONICO PATRIARCA. D. Gio: Batt. Ghega Cancelliere Patr. Il battaglione Zambeccari, chiamato Cacciatori dell’Alto Reno, arrivò a Ciiioggia il giorno 12 del corrente, e con esso quello de’bersaglieri studenti, ed alquanti cannonieri ; in tulli circa 4200 uomini. Intorno a quel battaglione il suo cappellano Ab. Tommaso Scalfarotto, ci dà i seguenti particolari in data di Chioggia 12 settembre: il battaglione Zambeccari, chiamato Cacciatori dell’ Alto Reno, arrivò or ora a Chioggia colla forza di circa 700 uomini per sostenere cogli altri valorosi questo insigne propugnaeolo dell’italiana libertà. Credo di non farle cosa discara nel ricordare alcuni fatti principali dei servigii, resi dal detto battaglione, quale arra di quanto è disposto a far in seguito. In mezzo all’esitanza che invadeva tutti i corpi franchi, in mezzo all’ espettazione degli ordini che mai non giungevano, Zambeccari, impaziente di prestarsi alla causa d’Italia, il 4 aprile passò il primo di sua volontà il Po con circa 400 uomini; ed appostatosi alla Bevilaqua, tenne in soggezione il presidio di Legnago, fino a che, sussidiato quello di 2500 uomini, dovette ritirarsi^ deludendo jl nemico con fina accortezza, e piegando sopra Padova senz’ alcuna perdita. Mandato a Fossa Barbarana per guardar la destra del Piave, in tutta quell’ estensione di linea impose al nemico, e non abbandonò il posto se non per ordine del fu Generale Guidotti. La mattina del 10 maggio, entrò in Treviso, forte di 500 uomini. Il giorno 12, nella sortita ordinata dal General Ferrari, Zambeccari formò sopra Paderno l’ala sinistra. Esso contenne la cavalleria ulana, e nella ritirata prescritta dal Ferrari, il battaglione ritirossi senz’ alcuna perdita così compatto, che la cavalleria non osò inseguirlo. Così fu salvo il centro ; mentre, senza di ciò, gli ulani sarebbero venuti per la casa di Berti a tagliar fuori il corpo principale, eh’ era a S. Artemio. Per sua domanda, il Zambeccari fu spedito il 48 a Vicenza. Durando gli aveva prescritto di andar per Noale a Fontaniva in tre giorni. Esso si rifiutò, prevedendo, come in fatto avvenne, che Nugent fosse a Fontaniva. Insistette per aver 1’ ordine di un convoglio nella strada ferrata.