367 18 Ottobre. (dalla Gazzetta) A Trieste vennero pubblicate, in foglio volante, le seguenti notizie: SCONFITTA DEI CROATI (*). Vienna 10 ottobre 4848, 6 ore ili sera. Alla notizia che Jellacic si fosse avanzato a Bruck sulla Leitha, ove avea dimandate 60,000 razioni per le sue truppe, e che volesse prender quartiere a sole 2 stazioni da qui, viene battuta la generale, e si pongono in marcia la legione accademica, la guardia nazionale e gli artieri armati. Dalla torre di S. Stefano però, sopra cui venne posto dal rinomato ottico Carlo Cross un eccellente telescopio, da condurre la vista lino a Bruck, non si distingue traccia alcuna dell’armala croata, la quale, da notizie degne di fede, sarebbe stata battuta dagli Ungheresi. Su questo latto, possiamo partecipare le seguenti notizie, comunicateci in questo slesso punto : Le truppe di Jellacic furono pienamente disperse in un combattimento, sostenuto contro una leva in massa benissimo organizzata dal ministro della guerra Mézàros, che la prese di Ironie, e in un terribile attacco alle spalle dei valorosi combattenti del Prescel e Cràny. In questo fallo furono fatti prigionieri 1158 Croati e 7 ufficiali, e condotti a Pest, mediante guardie nazionali di Weissemburg. Essi confermano la contrarietà che provano a combattere contro gli Ungheresi, e dicono che a ciò venivano costretti soltanto da energiche misure. La loro montura è compassionevole; essi sono la più parte in camicia ed in mutande, e quasi tulli senza scarpe. Molte migliaia di collimarli hanno consegnale le armi agli Ungheresi. Essi consegnarono pure il generale Nugent iuniore, che venne impiccato non lungi da Raab. 18 Ottobre. (dall1 Indipendente) Milano, 9 ottobre. Il console francese andò jeri dal maresciallo Radetzky onde chiedergli, d’ordine del signor Bois le Comtc, ministro di Francia a Torino, se aveva difficoltà a che venisse prescelta Roma per sede delle trattative italiane. Il maresciallo rispose che sì, ma il sig. Rivoltella agente della casa Bancaria di Vienna Eskeles e C., va dicendo che se ne scrìverà a Vienna, la quale non sarà favorevole alla scelta di Roma. Intanto Bois le Comte scriverà a Parigi che la proposta per Roma * acceltata, e da Vienna si scrìverà il contrario, - così un altro mese di rapine e di sciagure peserà sull’infelicissimo nostro paese. Il sig. Thomas, altro fattorino di quella casa, già troppo famosa nelle dolorose vicissitudini della nostra patria, scrìve da Vienna essere fermo proposito del governo, sul quale gl’interessi di quelle banche hanno tanto potere, di non cedere mai la Lombardia riconquistata, alla quale (*) Questo non sarebbe che un fatto parziale precedente alla totalo sconfitta di cui paila la notizia portataci da Trieste dall’ Asmodèe.