350 giorni di vandalismo sfrenato. Vi toccherò qui d' un solo, perchè, soltanto nel riandarli tulli colla niente, la rabbia vince il dolore. In vicinanza all’albergo delle Due Torri in Verona, alloggio del gè-nerale d’Aspre, alcuni Croati, terminata la requisizione delle armi, entrarono in un’ osteria. Dopo di aver mangiato e bevuto a crepapancia, nascosero sotto la tavola una pistola, e uscirono rifiutandosi, come al solilo, di pagare lo scotto. Non passò mollo che una grossa pattuglia irruppe nell’osteria; c fatta una perquisizione, ritrovando come dovea succedere, 1’ arma, ne trassero, maltrattandoli con pugni e calci, duo fratelli padroni, ed un cameriere. La moglie di uno di quelli, coi ligli, strappandosi i capelli, aveva un bel gridare, assicurando l’ufficiale capomasnada della loro innocenza, e accusando i soldati di tradimento. Quegl’ infelici vennero tratti al vicino corpo di guardia, dove passarono tutta la notte colle bajonctte puntate al collo, in mezzo agl’ insulti ed alle percosse di quelle bestie, che di più li spogliarono di quanto avevano indosso, e li consolavano colle parole : dimani impiccati. E forse chi sa come la sarebbe finita, che ormai non vi è atto, per quanto infame, che si possa dubitare non sia commesso da questi, più che soldati, assassini^ se molte persone, venute a cognizione del fatto, non avessero interposto i loro ufiizii presso il Generale d’ Aspre, il quale sul mattino li fece mettere in libertà, se non altro per timore certo di qualche sommossa, poiché c’è un limite oltre il quale certe infamie non si possono commettere impunemente. Non è a dirsi che tutti e tre ammalarono. Mentre succedeva un tal fatto, alcuni soldati furono veduti gittare armi giù per le ferriate delle cantine, colla mira di obbligare i cittadini a chiudere quei fori, memori che, nelle cinque giornate di Milano appunto dalle cantine si faceva fuoco sulla truppa. 16 Ottobre. {dall’ Indipendente) NOTIZIE ITALICHE. Livorno, 9 ottobre. Questa mattina leggevasi a stampa su tulli i cauli della città lo scritto seguente: NOI POPOLO LIVORNESE per la grazia di Dio PRIMO DELLA RIGENERAZIONE TOSCANA; Sentito il parere dogli orfani e delle vedove delle vitiime sacrificale per ordine del Potere eccezionale di Firenze la sera del 2 scltemb. 1848; Considerati gli abusi e violenze per esso sofferte per lo spazio di circa due mesi ; Comccehè sentendoci forti nella nostra coscienza per avere dato al mondo il non connine esempio di onestà, moralità e giustizia da non meritare, ma bensì di concedere perdono; Per dare una novella prova di amore ed attaccamento, che abbiamo