103 Fu buona ventura di Vicenza che arrivasse la sera del 18, quando la città era in armi per 1’ approssimarsi del nemico. Il 49 si passò in osservazione. 11 ¡20 accadde l’attacco a Porta S. Lucia e Scrofla, e l’azione principale l’ebbe questo battaglione. Vicenza allora fu salva, principalmente per la coraggiosa difesa da lui sostenuta. Il 5 giugno, fu mandato lo Zambeccari comandante di piazza di Treviso, e vi stette lino alla capitolazione, necessitata dalle imperiose circostanze a tutti note. Gol 21 corrente spira la capitolazione, e per esser pronto a combattere quel di, anticipò di qualche giorno la sua venuta. Tanto è il desiderio che presto arrivi ! ULTIMI FATTI DI BRESCIA. Prima ad avere le funeste notizie della presa di Rivoli, della ritirata precipitosa dei nostri da Mouzambano e da Villafranca il dì 21 luglio p. p., fu Brescia; la quale, come vide l’indomani i coscritti bergamaschi e comaschi, due compagnie di bersaglieri e tre battaglioni di linea entrare in città e confermare le notizie antecedenti, incominciò a dubitare delle sorti della guerra, ma non a temere. Aggiungete a ciò i 430 carriaggi di munizioni, che retrocedevano dalla volta di Peschiera, gli ammalati e feriti Piemontesi, che si traevano dagli ospitali della città per essere trasportati verso Milano, il flusso e riflusso di notizie contraddittorie, ma sempre fatali, l’inganno già palese dell’amministrazione provinciale, gli ex-impiegati austriaci e i retrogradi, che andavano spargendo e consigliaudo il popolo a rassegnarsi al Tedesco: e tutto ciò avrebbe dovuto contribuire a gettare desolazione ed avvilimento in un popolo, già tradito sino dal principio della rivoluzione del marzo, quando potente e forte si sollevò contro la guarnigione austriaca, e cui avrebbe fatta tutta prigioniera, se i retrogradi Lecchi, Mompiani e Longo non avessero fatta, contro il volere di tutti i cittadini, la vergognosa capitolazione con Schwarzemberg; ma fu invece in tanto spettacolo di timori e di pericoli, che il popolo manifestò il secreto della sua potenza, armandosi di coraggio e di risoluzione. In tale stato di cose, il 22 detto si radunava, ad istanza della guardia nazionale, il Consiglio generale per decidere sulle sorti della patria. Primi ad avere la parola furono i membri del potere provvisorio; gli uomini, che dimostravano tanto zelo per la fusione, generosamente proposero di non far punto resistenza in caso che gii Austriaci si mostrassero alla volta della città; esser prudenteper conservar le vite e le sostanze dei cittadini, di mandare una deputazione a hadetzkij onde supplicarlo in proposito. Alle quali parole il popolo, che fremente formicolava alla porta del Consiglio, irruppe in grida minaccevoli. Altri cittadini, veri interpreti del voto popolare, protestarono energicamente contro sì vili tendenze, e fecero, come di giusto, osservare che almeno, prima di consigliare la resa, si dovessero calcolare le forze, di cui può disporre il paese. Fu allora che il popolo, passando tutto ad un tratto dall’ indi-