439 Disse pertanto il sig. Baslide accettar l’Austria la mediazione delia Francia e dell' Inghilterra, ma lui dubitar forte eh’essa accetti le proposte francesi, non dovendo, a norma delle stesse, neppure un soldato rimanere al di qua defle Alpi. Ciò ricusando l’Austria, esser necessario alla Francia d’imporglielo colle sue forze, che son pronte ad entrare in campagna. Attualmente, starsi la Francia facendo pratiche presso le grandi potenze, affinchè si rimangano neutrali, e non facciano della guerra tra essa e Austria una guerra generale. Portare, esso sig. Baslide, ferina fi-ducia, che la quistione si risolverebbe in poco men che quindici giorni, facendo grande assegnamento sui dissesti interni dell’Austria e sulle simpatie, che Francia ha nella Germania. Ove alle altre potenze non talentino le disposizioni della Francia, essa non si rimarrà per questo di proclamare la guerra dei popoli e delle nazionalità, e gli assolutisti e i despoti correranno così a certa rovina. Conchiuse finalmente il sig. Baslide, non poter essere la Francia felice e sicura ove non sia libera l’Italia; dover questa pertanto armarsi prontamente e fortemente e tenersi parata ad ogni evento. 20 Settembre. (dalla Gazzetta) IL GOVERNO PROVVISORIO DI VENEZIA Decreta : Nel pagamento dei diritti di porto e delle tasse sanitarie, la bandiera francese è parificata a quelle delle nazioni più favorite, le quali vengono trattate come la nazionale. Venezia, 47 settembre 1848. MANIN — GRAZIANI — CAYEDALIS. Milano 40 settembre. La nuova dell’accettazione della mediazione rischiarò un poco ai nostri occhi l’orizzonte, che ci pareva nero nero. Forse voi vedrete meglio il futuro ; ma a noi, costretti a vederci sempre e per tutto intorno quella insopportabile canaglia tedesca, sfugge spesso la voglia di bene sperare, e ogni fiducia in un migliore avvenire spesso ci sembra un sogno. L insolenza militare continua; giacché i padroni sono essi, e la città la considerano come loro quartiere. Ma, quantunque questi nostri padroni spendano e spandan'o, il commercio ¡angue, le botteghe sono chiuse, e nnmenso numero di operai e fattorini, che durante i quattro mesi della iihertà non sapevano trovar tempo bastante al lavoro, sono costretti ora a cercar sussistenza facendo da vivandieri all’esercito.