368 darà istituzioni modellate sui bisogni del regno Lombardo-Veneto, e combinate colle condizioni dell’unione colla monarchia austriaca. TIROLO ITALIANO. Nel Tirolo italiano vanno insinuandosi i sentimenti d’indipendenza. La questione all’ordine del giorno è la separazione amministrativa e giudiziale di quella provincia: i fogli tedeschi^ ed in particolare la Gazzetta d’Augusta, temono che dalla separazione amministrativa si passi alla parlamentaria, e quindi alla fusione colla Lombardia, e finalmente al distacco definitivo dall’ Austria. Il National, del 6 ottobre, pubblica il seguente articolo, ben degno d’ attenzione : Leggiamo nella Romania, giornale di Bucarest: » Gli affari dell’Ungheria si aggravano sempre più. Lasciando da banda la particolarità del carattere magiaro, vale a dire il tuono di superiorità, che quella nazione ostenta riguardo agli altri, è impossibile, nel conflitto fra gli Ungheresi ed i Croati, di non tenere coi primi. I Croati non combattono per un principio nazionale; e’non combattono se non per intenzioni dinastiche, ed in tal guiia ritorcono le armi contro sè stessi. Qual è il delitto degli Ungheresi, pel quale quel bel paese è insanguinato? La loro spacciata usurpazione. Ora, che cosa usurparono gli Ungheresi? i diritti, che ogni popolo può bramare. Il loro scopo ò facile a conoscersi : e' vogliono un’Ungheria indipendente. È egli questo alcun che d’inudito e impossibile? L’Ungheria tenne, sotto i Corvini, un posto ragguardevole in Europa, ed essa era allora abitala da altrettante nazioni, quant’ è oggidì. Certo, quelle differenti nazionalità si sono ridestate ; ma si può benissimo concepire ch’esse cooperino scientemente, come altra volta inscientemente, al bene della patria comune. Gli Ungheresi vedranno di leggieri circi raggiugneranno assai più facilmente lo scopo loro, rispettando la nazionalità d’ogni popolo dell*Ungheria, quanto vogliono che sia rispettatala loro. Se la guerra continua fra le due nazioni ungherese e croata, elleno s’indeboliranno scambievolmente; e le conquiste del 15 marzo non saranno più in breve se non una memoria. » Questo linguaggio del giornale di Romania è tanto più degno d’attenzione, che, lino ad ora, esso era stato poco propenso alla causa ungherese. I Romani, in qualità di Transilvani, sono una di quelle molte nazioni, che occupano il suolo dell’Ungheria, e che accettavano di mal garbo la vita comune, che la forza delle cose impone a’ diversi popoli, dimoranti sul terreno medesimo. Ma i progressi delle armi di Jellacic cominciano ad aprir gli occhi, a vincere i pregiudizii. E chiaro che quell5 uffiziale non è se non V agente della camarilla austriaca, e che si tenta d’ottenere contro gli Ungheresi lo stesso trionfo che si ottenne contro gl’ Italiani. Ottenuto tale trionfò, è chiaro ancora che si moverà contro la rivoluzione a Vienna, e che le armi, le quali vinsero l’Italia e l’Ungheria, 49 Ottobre.