233 No, non possiamo per Dio! soffrire si orribili dispregi. Un popolo, che non s’ irrita e sorge più grande dalla sventura, è popolo perduto.— Roma dopo Canne, volava, con Annibaie alle porte, sollo le mura di Cartagine.— Coll’ardire, coll’operare si salvano ne’momenti supremi le nazioni: ma chi seduto prende consiglio da fredda prudenza, perde ogni cosa. Italiani! i destini della patria li portiamo noi nelle nostre destre, — e chi vuol essere aiutato si aiuti! — A che immemori di noi stessi lasciarci illudere e trasportare da desiderii e speranze che il mattino ci dà e la sera ci toglie? ... A che questo agonizzare continuo da più mesi, tra promesse ed inganni? — Chi s’addorme sulla speranza, si sveglia schiavo. Apprezziamo una volta finalmente la dignità della Nazione ; adoperiamo la forza nostra, che in onta ai tiranni, in onta ai tradimenti, ella è pure immensa. E se nostra fu 1’ offesa, nostra pure e non d’altri deb-b’essere la vendetta! Italiani! il dado è gittato, e per l’ultima volta è gittato! Dobbiamo finirla coll’ Austria, finirla una volta per sempre ! — Non è possibile altro patto tra l’oppressore e l’oppresso, Ira chi affatica e chi tutto gli ruba. Chi è finalmente l’austriaco? chiedetelo ai padri nostri che piantarono sulle stesse mura di Vienna il tricolore vessillo. Chiedetelo al 22 marzo . . . chiediamolo a noi stessi. Noi fummo traditi, non vinti; traditi da coloro in cui fidammo, i quali con preparate sconfitte perderono in cinque mesi, quello che noi, quasi inermi, in cinque giorni acquistammo. — Ma gli eserciti si possono vincere, i popoli . . . non mai! Italiani, già s’avvicina il momento solenne! Allora lo squillo di morte si diffonda da un campanile all'altro, e suoni terribile in un’ora stessa dairisonzo al Ticino, dal Ticino all’Isonzo! Ognuno un’arma e ferisca! li la vendetta d'Italia sarà tremenda, come la vendetta d’iddio! Italiani, mi’ ora sola di furore . . . un’ora ... e l'Italia sarà ! ! ! Dal Circolo Italiano 50 settembre 1848. 1 Ottobre. (dalla Gazzetta) Le iniquità che 1’ Austriaco cominelle nelle provincie, eccitano maggiormente, s’ è possibile, alla vendetta quegli abitanti, i quali sorgeranno, come un solo uomo al primo segnale. Ivi pace non sarà mai, finché un solo nemico v’ alberghi. Se non ¡sgomberano, la guerra grossa si farà 1 Lea presto guerra si micidiale, che quella condotta fin qui, non ne può dare un’idea. A Belluno, i Tedeschi maiali di tifo, in numero di oltre 500, diffondono la malattia in paese. Un certo Parma, commissario della polizia austriaca in Belluno, ordinò in Auronzo, villaggio del Cadore, un assassinio de’ più atroci.