<• 23 •£=*■ ancora, furono ritrovate ai nostri giorni, e sono sotto 1’ aliar maggiore nella basilica di san Marco. Pietose tradizioni, leggende pietose, che sarebbero stale irrise dalla beffarda filosofia del secolo passato ; che quella vera del secolo presente accoglie, perchè dove mancano documenti, servono a significare quali fossero le età antiche. L’altra tradizione, che forse avrà indotto Agnello Partccipazio a scegliere il nuovo centro dello Stato, fu per certo quella della visione di san Magno, vescovo di Oderzo. Diccsi, che quando san Magno si condusse nelle lagune per salvarsi dai barbari, gli apparisse la Madonna, e gli additasse sette isole, nelle quali si edificassero selle chiese. Così a questa città singolare nulla manca, nemmeno il prodigioso, clic attesta 1’ antichità delle origini. E lo attesta anche la mancanza dei documenti, dei quali, prima del cronista Sagomino, non poco difettiamo, e troviamo contraddizioni nelle date. Fino al ducalo di Pietro Orseolo li diremo assai brevemente. Agnello Partccipazio (clic tale era il suo nome, e non Angelo, siccome fu raffazzonato dappoi per nobilitarlo) fu uomo splendido. Ricoslrusse Eraclea sua patria, statuì magistrali che vigilassero alle bonificazioni di Rialto e delle isole vicine, alle quali mancavano gli abitanti dell’ antica consociazione. Non ebbe guerre, sopporti) discordie famigliari, morì tranquillamente. Gli succedette il figlio Giustiniano, eli’ ebbe a combattere i Saraceni ; poi 1’ altro figlio Giovanni Partccipazio, primo di questo nome, clic vinse i pirati slavi stanziali a Narenta c infestanti I’ Adriatico coin danno del commercio crescente della repubblica. S’impadroni dell’ isola di Veglia. Contro di lui fu una congiura dei Carosii e degli Obelerii. Ebbe a successore Pietro Tradonico, che pugnò, e dicono i cronisti vincesse i pirati di Narenla ; poi i Saraceni a Taranto. Guerra contro i Tarantini ed altra contro i Saraceni, e moti civili sotto al ducato di Orso Parlecipazio I. Dopo Orso venne al ducato Giovanni II Partccipazio, che si bruttò di sangue fraterno, combattendo contro Italiani, que’ di Comacchio,