471 difèndere la minacciala libertà, precipitando così in (in abisso di perdizione e negli orrori dell’anarchia e della guerra civile;, le mie provincie poc’anzi ancora così pacifiche ed incamminatesi a sviluppo legale delle istituzioni liberali. Fin dalla mia venula al Irono) la prosperila de'miei popoli fu lo scopo della mia vita. La storia del mio regnare, e principalmente la sto* ria degli ultimi setle mesi) ne faranno un dì testimonianza. Ma sarebbe un mancar ai doveri impostimi dalla Provvidenza, se ulteriormente volessi tollerare un agire, che spinge il trono e la monarchia sull’orlo della perdizione^ e ohe tende ad erigere, in luogo delle libertà costituzionali da me garantite, il regno di uno sfrenato dispotismo* Conscio di questi doveri, mi vedo necessitato^ benché con cuore dolente) di farmi incontro colla forza delle armi alla ribellione, che ormai senza ritegno alza il capo, tanto nella mia residenza, come ovunque essa si manifestasse) e di combatterla fin a clic resterà totalmente vinta, e ristabilito l’ordine, la pace ed il dominio delle leggi, e trasmessi al braccio punitore della giustizia gli assassini dei fedeli miei servitori conti Lamberg e Latoul\ Pet1 raggiungere questo scopo ^ io faccio marciare da diverse pnt*-li della monarchia dei corpi militari contro Vienna, la sede dell’ insurrezione) ed impartisco al mio tenente maresciallo principe di Windi-schgiutz ii comando superiore di tulle le truppe in tutta la circonferenza de’miei stati, con sola eccezione dcll’armala italiana, posta sotto il co* mando del mio maresciallo conte Radclzky; In pari tempo) rivesto il detto principe degli analoghi poteri) alfinchè, dietro il suo proprio giudizio, possa colla maggior possibile sollecitudine condurre a termine l’opera della pacificazione del mio impero. Dopo domata la ribellione armata, e ristabilita la quiete) sarà ella la cura del mio ministero di adoperarsi) di concerto coi membri della Dieta costituente; onde, regolando in via legale la libertà della stampa, finora così sfrenatamente abusata) nonché il diritto d’associazione e l’armamento nazionale) raggiungano uno stato di cose, eh«) senza ledere la libertà, valga a garantire alla legge l'autorità ed il rispetto; Nel render manifeste ai miei popoli queste mie risoluzioni) prese Con irremovibile fermezza ed in piena conoscenza dei miei doveri e diritti, io faccio pur capitale della sincera e vigorosa cooperazione di tulli coloro) cui sta a cuore la salvezza del loro imperatore) della loro patria^ delle loro famiglie) e la vera libertà, e che, nella presente mia determinazione) riconosceranno l’unico mezzo di salute per salvare la monarchia dal dislacimentO) e sé stessi dagli orrori dell’ anarchìa o dello scioglimento di tutti i legami della società; Olmiitz 10 ottobre 1848. FERDINANDO. // essenberg. A questo facciamo seguire in tutto il suo tenore l’altro proclama imperiale letto oggi nella Camera: