192 Genova 19 settembre, Jeri sera il Circolo italiano propose una rappresentazione popolare al teatro diurno, a favore di Venezia, per il giorno di venerdì. La Commissione è incaricata di effettuare questo patriottico pensiero, profittando della graziosa offerta di una brigata di popolani. 25 Settembre, {dall’ Indipendente) Il cittadino Grasso di Chioggia, che da varii anni è a Venezia fra i migliori fabbricatori di navi mercantili, fece il progetto di ridurre alcune di queste navi attualmente inoperose in modo che si possano prestare agli usi di guerra in sussidio alla marina militare, Egli offrì l’opera propria gratuitamente e così pure l’uso del vasto suo squero, ed il legname da lui posseduto che occorresse a quest’uopo, contento di essere indennizzato del valore di questo a guerra finita. 11 Circolo italiano, a cui ieri sera fu annunziato la patriottica offerta, applaudì cordialmente alla generosità del buon cittadino. Gli Austriaci fecero un contratto con l’imprenditore Talacchini affinchè questo riduca entro brevissimo tempo in istato perfettamente adoperabile la strada ferrata da Vicenza a Mestre, e diedero tutte le altre disposizioni per la riattivazione della medesima. 25 Settembre. (dall’indipendente) Alcune parole di conforto e di speranza ai Veneziani lette dall’ Avvocato Michiel Giuseppe Canale al teatro Carlo Felice in Genova nell’occasione dell’accademia musicale e poetica a prò di Venezia. Quando l’Italia nella caligine dei mezzi tempi vide svanire qualunque luce dell’antica sua civiltà, costì nelle vostre lagune, o Veneziani, si adunava una gente che, fuggite le devastazioni vandaliche, faceva rinascere la libertà e la signoria dell’Occidente. Nell’opposto mare, in mezzo a scogli e dirupi di non dissìmile natura, temperato ad ogni più duro travaglio, un altro valoroso popolo ap-piattavasi e la sacra fiamma dell’indipendenza italiana conservava viva ed illesa. Siccome nelle venete lagune ad asilo di libertà si erano scampati i popoli di Aquileja e di Padova, nei liguri dirupi rif'ugiavansi, a tutela delle cose loro più caramente dilette i popoli milanesi cacciali dal longobardo; in Venezia quindi ed in Genova il gran sangue latino mantenevasi illibato senza che barbara infezione lo contaminasse. I primi sguardi del popolo vostro, come quelli del nostro, figgevansi là dove l’Asia offeriva alla ritmata Europa l’ampio mercato delle preziose ed invidiate sue derrate, e quindi l’origine degli odii e combattimenti fratricidi. Il desire d’imperio portava voi a piantare sulle torri di Costantinopoli il vessillo di San Marco, e in quella capitale dell’Oriente mettere