201 cifra dell'esercito tedesco per ¡sgomentare popoli e soldati? Chi lo chiamò a Bologna? Chi chiuse i parlamenti? Chi promise armamenti e guerra, e conchiude intanto la pace obbrobriosa? Chi mutò ogni \ostia e sua promessa ¡11 menzogna? I vostri principi, i vostri santi, i vostri idoli impeccabili; e Voi vi credete lavati della colpa di seduzione annunziando ai popoli che vi adoperate per indurre i principi?..... Ciascuno di Voi, Dottori, si scansa, in piazza, dall'Uomo che gli mancò di fede una volta; ma sulla sua cabala politica trova sublime d’astuzia il riconsegnare ammagliata la nazione a’suoi birri coronati. Abbiamo fucilato alle spalle miserabili esploratori e spie vendute al Tedesco per paura o per lame: e i Sapientissimi ci menano per mano a risupplicare gli augusti servi decervi dell’Austria. — E perchè 110? Ciò che fu venduto è buono a rivendere. Vicenza che mitragliala, bombardata,, arsa, ingombra di cadaveri, ha veduto il buon re assistere a braccia incrociate al di lei eslerminio, Vicenza ha qualcuno dei suoi figli a Torino per indurre il principe ... E Milano che nella giusta ira sua vomitò sul viso al traditore le sozze antifone della berlina, e gli bruttò di fango il manto reale, Milano ha anch’essa a Torino i suoi Abbili figli allo scopo d’indurre il buon re a degnarsi di rinnovare il gioco. E Parma, e Modena ... e perfino Venezia ha il suo Procuratore alle ignominie nella associazione dei supplicatoli. Su, gioventù italiana, torna allegra alle veglie incresciose, agli stenti, alle fami! L’associazione li otterrà a ginocchi la grazia di combattere per casa di Savoia. Abbraccia il glorioso Palladio. Tu addoppierai di lena in questo grido. — Quei che ci tradirono sono ancora con noi! — Tu morrai lieta nel santo nome di Giuda! Oh rispettate almeno questo popolo che fu vittima del vostro inganno! Non insultate almeno alla sua presente miseria gillandogli nuovi balocchi: non gli date a vuotare il mare col vaglio, e non mandatelo pel pan bianco dal carbonaio !... non lo trattate da scemo ! Se vi stesse a cuore l’unione, non predichereste più la screditata canzone dei cinque regni: volendo il fine vorreste i mezzi; quel mezzo che preconizzaste eroico vi si è strutto in mano; e vi ha lasciato tal macchia di cui nè il lempo nè i vostri ribolliti empiastri sentimentali vi stergeranno. Bensì farete pensare ai popoli — i quali tuttora vi scusavano e compiangevano illusi — che da quei troni cui v'ostinate a puntellare ed incensare, voi aspettate qualche cosa . . . per voi. II popolo non è sì smemorato quale i Magi lo credono. Egli ha seguito ad uno ad uno gli atti de’suoi Magnanimi amorosissimi principi da quel primo dì che per paura si indussero a lasciarsi strappare di mano quelle magre concessioni, che Voi — eunuchi del Coro — cantaste con cantici non mai rifiniti. Ei li ha conosciuti poi nel dì che, avvicinatasi farinata austriaca, poterono arditamente schizzar fuori la goccia nera compressa nei loro cuori, e ricacciar l’unge fuor degli ai tigli a riprendere >1 mal dato ... a vostro scorno. Perchè, se volete che i popoli fidino nei re, perchè ci avete voi rivelalo i lacci in cui vi accalappiarono? Noi abbiamo pure alle mani i vostri