402 ■crebbe fatto ancor più, se paralizzata noti fosse stata dalla borbonica, ligia al regio non costituzionale repentino richiamo. Quella verità la intesero gli altri ludi, che con animo pronto e deliberato e Pontifizii e Toscani, e Napoletani, e Tirolesi ed Italiani rii ogni dialetto concorsero a difendere la loro Venezia; finché il fortissimo esercito del Mincio, e dell’Adige piombi a liberarla dagli stupidi tentativi, e dagl’insulti dell’orde qua e là sparse per devastare. Via li pelli vostri, le vostre sostanze, le privazioni di ogni genere devono prevalentemente difendere questa vostra proprietà, questa gemma preziosissima, che ricuperaste da voi stessi, per intercessione di Maria Santissima, che fu dall’Onnipossente esaudita, perchè Dio vuole la liberazione di Italia. Questa vera gemma strappata a quel diadema, che la oscurava, non sarà d’ altri, che della nazionalità Italiana, resa che sia indipendente. La confederazione non distrugge la unità di una Nazione circoscritta da suoi naturali confini, dagli stessi caratteri, dalla stessa lingua, nè spegne la individualità di singoli popoli sotto le diverse forme dei loro Governi. Non si confonda ciò col sempre funesto Municipalismo fra le Provincie e Città dello stesso popolo. i3en si sa, che nella nostra Italia circondata, e vagheggiata da lante Nazioni, abituate da secoli ad ingojarla a vicenda, non si deve mirare a piccoli stati frastagliati. Meglio ancora si sa, che nel-i' A Ita Italia uno stato solo, forte, compatto è desiderabile dall'Adriatico al Mediterraneo colle d ue storiche città marittime, un tempo rivali, ora indisgiungibili sorelle, a fiancheggiare nelle due omologhe estremità colla floridezza, e colla forza la naturale barriera delle Alpi dagli stranieri snaturate. Cosi deve essere, così sarà, sotto quella forma però di Governo, che, non nel fermento dei partiti, non nel torbido dei raggiri, non nella vertigine degli intelletti, non nel cozzamento di varianti esagerate opinioni, non nel conflitto di tanti opposti interessi, non finalmente nel tumulto delle armi, ma con sodo intendimento, compiuta la espulsione dell* Austriaco, nè altro straniero soprastante, la Rappresentanza Nazionale d’Italia resa indipendente, sarà per deliberare. A quella Italia piegherà Venezia la gloriosa cervice di tante reminiscenze repubblicane. Questa merce preziosa non può essere negoziata e disposta, che ad Italia già indipendente. Nella pendenza delle vicende guerresche, e di quelle diplomatiche più sozze, e ad essa lei pur troppo fatali, è forza lasciarne la disponibilità al suo popolo creatore, ricuperatore, proprietario (1). Permetterà, che sia disposta con ogni suo sacrifizio pel bene di tutta Italia, pello scopo, raggiunto che sia, della espulsione dello straniero, ed allora pure lo si dovrà fare mediante legittima universale rappresentanza, con previa istruzione dei cittadini, con tranquilla conoscenza cjelle cose, a fatti compiuti, con maturità di considerazioni sotto tutti gli aspetti e remoti e prossimi, e avvenire, con libertà di discussioni scevre da ogni spirito di partito, e di opinioni individuali; finalmente con legali deliberazioni. .Si vorrebbe da taluni, ch’Ella di se stessa definitivamente ora disponesse, perciò indi altri nella contingenza, od almeno nella immaturità degli eventi, potesse di lei disporre. E chi avrebbe ad esserne dispositore? E chi garantii e, prima di guerra finita o con pace, o con trionfo, che a favore della indipendente Nazionalità Italiana possa essere disposta? Delia volontà del Re Carlo Alberto, dei suoi bravi Piemontesi e Genovesi, dei generosi Lombardi, e delle loro provinciali appendici; degli intrepidi Romani, e del divino loro Sovrano Costituzionale e Pontefice; di que’Napoletani di alto italiano sentimento, sordi alla voce spergiura, e traditrice di quel Borbone, non trepidò mai, nè trepida Venezia; e lo prova, che nel suo grembo, nei suoi porti, nel suo mare accolse, e contiene con viva riconoscenza e fiducia congiuntamente alli proprii cittadini tutti que’difensori. Ma senza disperare di nostra unita forza italiana, il Sommo Pio IX interpose col- 1 Imperatore di Austria, ritenuto 1*inteudimento suo, e di tutti, parole di pace ; ed accolta Finiziativa spedì ad Innsbruch il suo Mons. Morichini. Chi può essere così cieco, (») Cosî si spiega il Signor di Voltaire iti un orticolo intltolato : Venezïa. ,, Aucune Puissance ,, ne peut reprocher aux Vénitiens d’avoir aerjnH leur liberté par les moyens de ribellion ; aucune „ ne peut leur dire, ie vous ai affranchis, en voila le diplôme. Les Vénitiens n’ont point usurpé leurs ,, droits cosime les Césars usurpèrent l’Em'pire; il sont seigneurs de Venise, comme (si l’on peut S« „ servir île cette expression) Dieu est Seigneur