m Proclama. A voi, Italiani delle provincie venete, vengo ad ofiVire pace e perdono in nome del vostro re costituzionale. Le anni dell’ esercito, da me capitanato, non sono rivolte contro di voi, purché ascoltiate la voce della ragione, del dovere. Potrò allora usarne solo per difendervi, e proteggervi. All’ ombra deli’ autorità legittima ricostituita, e col mezzo della severa disciplina che saprò mantenere fra le mie truppe, tornerete liberamente alle usate occupazioni, godrete della tranquillità consueta del focolare domestico; riprenderete le cure più care delle vostre famiglie, gioirete pur anco della libertà costituzionale, ,e delia pienezza della vostra dignità nazionale, giusta le intenzioni già manifestate da S. M. Ma fra voi vi sono introdotti dei militi stranieri,, violando senza provocazione la fede dei trattati. Si sono ancora intruse delle ciurme sregolate, le quali, inetti a combattere per la rivoluzione, abusano del segno della Croce per immergere nella desolazione il vostro bel paese, per disonorare la nazionalità italiana con crudeltà inaudite. L’ assassinio commesso dai Crocesegnati il giorno 22 corrente sui feriti austriaci nello spedale di Castelfranco, dove furono raccolti dalla pietà della vostra guardia nazionale, resterà per sempre registralo negli annali della storia, come marca d’infamia di quest’ orde degne di universale disprezzo. Contro questi intrusi innoverò una guerra di sterminio. Saprò pure difendere i sacri diritti della corona contro tutti li nemici esterni, nè cesserò dall’ impresa^ finché non siano respinti dentro i loro conlini. Separatevi dai perfidi propugnatori di una causa ingiusta. Spingeteli a cimentarsi colle mie forze in campo aperto, dove mi troveranno pronto al combattimento in ordinata battaglia, ma non tollerale clic cerchino rifugio dietro le vostre mura, onde il colpo diretto contro di loro non ferisca mio malgrado anche voi, cui desidero usare solo i beneficii della pace. Vi esorto dunque a prestare la vostra coopcrazione onde espellere i fanatici intrusi, i quali, nulla avendo da perdere, per nulla si curano del vostro buon essere, intenti solo a saziare la loro rabbia e cupidigia con rapine ed eccidii. Ilo giurato il loro esterminio, onde ritornino fra voi il buon ordine e la pace, cui dovcle la prosperità del vostro bel paese. Non aspiro del resto alle vostre simpatie, non intendo vincolare le vostre opinioni, nè imporvi alcuna credenza politica. Voglio solo ristabilire la tranquillità ed il buon ordine. Voi siete abbastanza avveduti e troppo ben provveduti di mezzi di fortuna, per non sentire il bisogno di assecondarmi nel mio intento. Nel mio quarlier generale, Couegitano 31 maggio 1848. L’I. li. tenente maresciallos e coni, del corpo di riserva WELDEN.