468 Intanto voi già godete della maggiore tra le ricompense, quella d’aver dato un generoso esempio a quanti combattono per l’indipendenza, di aver salvata dall’eccidio una delle più nobili città italiane, e di venir benedetti da’ vostri concittadini, e da quanti hanno in pregio l’onore e la patria carità. Soldati! L’indipendenza e il sommo dei beni, e nessuna nazione l’ottenne mai senza meritarla. Meritiamola dunque col durare costanti nella lotta, lincile siamo giunti al glorioso porto che ci aspetta. Allora l’indi-pendenza italiana, perchè comprata co’sudori e col sangue, perchè veramente meritata, durerà per sempre inconcussa: allora l'Italia sarà veramente e degnamente nazione ! Viva l’unione e l’indipendenza italiana! Viva Pio IX! Viva Carlo Alberto ! Vicenza, li 25 maggio 1848. Il generale comandante DURANDO. 26 Maggio. (dalla Gazzetta) ore 10 antimer. La speranza concepita da ieri, si fa-sicurezza. Il Generale Antonini migliora sempre più. Ecco il bullettàio di questa mattina, che il bravo medico e chirurgo dottor Giuseppe Petrali di Vicenza mi trasmette in questo momento. Il dottor Petrali, operatore all’amputazione e assiduo compagno al letto del Generale, merita la riconoscenza di quanti amano quel prode, per lo zelo e la bravura, con cui lo assiste da domenica in poi. « Segretario ! « Le comunico per la pubblicazione opportuna il ragguaglio cliie-« stomi jeri : « La notte del 26 il Generale la passò tranquilla e dormì placida-« mente. Questa mattina non vi ha reazione alcuna febbrile, e la località « si trova nello stato il più soddisfacente ». « Dottor G. Petrali. » Il Generale m’incarica specialmente di porgere sentiti ringraziamenti ai Veneziani, che si mostrarono solleciti tanto a suo riguardo. Egli ne fu commosso oltremodo; era questo un compenso ai dolori patiti da lui con rassegnato e forte animo. Ieri non cessarono mai gli accorrenti per avere notizie sue. Tutti, senza differenza di condizione alcuna, il barcaiuolo e 1’ opulento , il sacerdote e il soldato, si premevano alle porte del quartiere per informarsi come andasse il nostro Generale, con queste due affettuose parole, il popolo ne chiedeva conto.