4 Maggio. m smmr& Urano «li lettera «la llologna del 30 aprile, di PER* Questa notte partono i volontari! ponlificii; domani notte i civici bolognesi. Dio li protegga tulli. L’entusiasmo di queste truppe è sommo; sono bene organizzale; non più corpi franchi, ma reggimenti, e disciplina affatto militare. Bologna sola dà più di 2500 uomini tutti equipaggiati. Noi siamo stati commossi e stupefalli della generosità eroica del nostro popolo, il quale dopo le prediche latte in piazza da due frati in prò dei fratelli Veneti, che si dovevano soccorrere (e che per conseguenza oltre all’arrotarsi si chiedevano mezzi e sussidii) questo popolo, dico, offriva sull’aitar della patria quello che possedeva; i poveri si spogliarono della camicia, i ricchi dei loro gioielli, degli orologi, di tutto quello che avevano al momento; le donne tutte dei loro ornamenti; le povere degli orecchini; una fanciulla miserissima vendette la sua lunghissima chioma, e ne offrì il prezzo. Di queste commoventissime spoliazioni sono infiniti gli esempi, e sono 5 giorni interi che lutti si affrettano di offrire. In denaro soltanto si raccolsero più di 30,000 scudi; si calcola altrettanto in generi per vestiario di soldati, ed oggetti preziosi. Io stessa ho assistito a delle scene commoventissime; ho veduto una tale generosità, che mi rende superba d’essermi fatta bolognese. Spero che i nostri saranno accolti con entusiasmo fraterno dai Veneti ; i Bolognesi non erano oppressi dal giogo straniero; ma felici figli di PIO intesero esser tutta l’Italia la nostra patria, e lasciarono gli agi delle loro case, le famiglie, si danno alla dura vita militare, fanno grande sacrificio degli averi, e forse della vita; aiutateli unendovi ad essi, armandovi e combattendo. 1 Maggio. LE TRUPPE PONTIFICIE A MESTRE. Jeri fu per Mestre un di que’ giorni che gli annali di un paese incancellabilmente registrano. Da mattina a sera la sua piazza ecchegginva