385 Quella preghiera deve avere afforzali gli animi vostri, o Fratelli; dischiusi i vostri cuori a speranze lietissime — perchè la speranza elio IDDIO trasfonde in chi si affida a Lui non ha pari fra le speranze terrone. Voi non dovete pensare esserci noi raccolti colà a festeggiare l’individuo, oscuro punto nel libro delle Nazioni, ma ad invocare la ultori» per la risorta nazionalità dell’Italia. In questa devonsi fondere tutle le preghiere, tutti i voli d'ogni cuore italiano. PIO'IX nel porre sulle nostre bandiere tricolori la Croce, ha fatta sacra davanti a DIO questa causa, già battezzata per si lunghi anni col sangue di tanti martiri nostri. PIO IX che ha tuonalo dal Vaticano: Via lo simulerò! ha parlato la parola di DIO. In DIO confidiamo, o Fratelli, perchè senza Lui nè si comballe, nè si viace da eroi. Soldati, Cittadini, quanti impugnale una spada, o portato una coccarda sul petto, tulli a DIO rivolgete una fervorosa preghiera, e con quella sul labbro correta a difendere i diritti della libertà, della pallia ! Allora vinceremo! vinceremo perfino morendo. Piuttosto che vivere in patria schiava, meglio essere sepolti nel terreno dei liberi ! Venezia si tenne sempre lontana dal menar varilo per tulio ciò che ella operava per la redenzione delia pairia comune. Elia sapeva benissimo clic il buon volere, manifestalo con pompose parole, non era ciò che si richiedeva per concorrere a quello scopo. L’ingegno, l’allività del braccio, le sostanze, erano le sole offerte condegne alla causa dell’ indipendenza e della libertà d’ilalia. Ed ella queste offerte stimava di averle fatte, e di continuare in esse con ogni sua possa. Ma, o facesse troppo mistero dei fatti suoi, o sfuggissero gli ."Ili a quei del di fuori, c a quegli stessi die , quantunque presenti , mal giudicarono di ciò che loro cadeva sotto gli occhi ; essa fu giudicata cosi male e con tanta erroneità dal giornalismo italiano, che non avvi censura o biasimo che non fosse scagliato contro di lei in occasione di questa guerra clic si combatte coll’Austria. Noi non prendiamo ad esame particolare nessun foglio, perchè, qual più qual meno, tutti ripetono contro di noi le cose stesse, le stesse accuse, senza eccettuare nemmeno i fogli uffiziali de’nostri migliori amici, mentre II 22 marzo ( N. 85 ) divide esso pure questo parere , compiacendosi di riferire l’accusa dell’Opinione, che Vicenza cadesse solo per mancanza di munizioni da guerra, invano richieste all’indolente Venezia. Ma a ciò rispondeva già lo stesso ministro della guerra in Roma , che nella Camera dei deputali, dietro rapporto del generale Durando, asseriva Jion essere stata la mancatila di munizioni che lo avevano costretto a capitolare; ed anche Radetzky nel suo bullellino ci giustifica, se dice di aver trovato a Vicenza molti cannoni e munizioni. Ora perchè il tacersi, se non reca danno alla verità , potrebbe per altro mantenere nell’ errore tutti quelli che vi furono tratti dalla lettura Fica l’Italia Indipendente, ! Il Generale ANTONINI. 24 Giugno. (dalla Gazzetta) T. II. 25