229 ipelti diplomatici, repugnante alla causa ed alle intenzioni dei principi, thè ci aiutano a purgare la patria dallo straniero. Nel desiderio vivissimo di ovviare al dolore ed allo scapito che soffriremmo a vicenda, qualora Venezia non corresse con esso noi le sorli del nuovo Stato, i Comitati di Padova, Vicenza, Treviso e Rovigo, col mezzo dei sottoscritti loro delegati, domandano e pregano che codesto Governo prenda in matura considerazione le circostanze tutte delle provincie, e s’incammini a quella fusione, nella quale noi veggiamo la salute nostra e la gloria. Già due di queste provincie, alle prese coll’inimico, fecero pruova che nei nostri pelli non anco è morto l’antico valore. Già le altre sorelle anelano il momento di emularne P esempio. E appunto perchè ci sentiamo forti nell’animo, ci crediamo anche degni di stringerci in una sola famiglia col valoroso Piemonte. Ma deh ! Venezia, che nel 22 marzo ci diede il segnale del grande riscatto, deh! che la meravigliosa Venezia non manchi al banchetto della famiglia! Ove, per avventura, il sistema delle sottoscrizioni adottato dalla Lombardia e seguito dai Comitati di Padova, Vicenza, Treviso e Rovigo, potesse nella vostra posizione speciale sembrarvi meno acconcio a rilevare il voto del popolo con quella sollecitudine che i tempi richieggono, e voi vorrete esperire quell’altro mezzo qualsiasi, che meglio vi paresse condurre al line inteso. Uguale all’importanza è l’urgenza dell’argomento. Una Commissione fu dal governo della Lombardia incaricata agli studii preparatorii del metodo da provvedere alla transizione tra il voto e la Costituente, ed alla organizzazione del potere nello stato transitorio. I Comitati di Padova, Vicenza, Treviso e Rovigo, furono dallo stesso Governo della Lombardia, con circolare 25 maggio N. 784, invitati ad occuparsi di quegli studii, e fu loro accennata la convenienza che alcuno dei Veneti nella Commissione lombarda si facesse interprete delle speciali condizioni di queste provincie. I.Comitati perciò stabiliscono d’inviare ciascuno un proprio membro a Milano, affinchè si associi a quegli studii e della rispettiva provincia rappresenti gl’interessi. Sarebbe deplorabile che Venezia essa sola non avesse ad aver voce in quella Commissione. Sarebbe forse così precluso agli uomini, che egregiamente meritarono nel veneto governo, sarebbe precluso l’adito a potere nello studio della transizione giovare la cosa pubblica del loro senno e della loro virtù, nel grembo del ministero che sta per essere nominato. ^ enezia può e ( se lice dirlo ) deve deputare immediatamente il suo rappresentante, anche in pendenza delle pratiche ch’ella attivasse per raccogliere il voto del popolo sulla proposta fusione col Piemonte. Noi facendo, darebbe mostra di tendere a disunione; e, lasciali senza tutela i suoi pro-pni interessi, si esporrebbe a trovarli pregiudicali allora quando essa stessa *i partito della fusione avesse abbracciato. A fronte delle circostanze che stringono, i sottoscritti delegali attenderanno fino a sa*bato 3 giugno p. v. che il Governo dichiari se aderisca, eome vogliono sperare, al desiderio leale delle quattro provincie sorelle. ll1 più lungo indugio importerebbe ad essi troppo grave malleveria: e