447 prova in tutlo dalla Commissione. Quindi, dietro proposta del Manin, 1’ Assemblea approva in cumulo tutte le elezioni non contestate. Il presidente d’ età domanda che si passi all’ elezione del presidente stabile, dei due vicepresidenti e dei quattro segretarii; e dietro proposta del Priuli e del Cantelli, i deputali portano contemporaneamente in tre urne le tre schede per le nomine del presidente, dei vicepresidenti e dei segretarii. Il presidente nomina i deputali Vare, Bartolommeo Benvenuti, Trilioni e Pesaro Maurogonato per assistere i due segretarii nello spoglio delle schede. Risultano eletti: A presidente: Il deputato Rubbi con voti 118. A vicepresidenti: 1 deputati Priuli con 62 voti, e Trilioni con 56. A segretarii: I deputati Canal con 65 voti, Vare con 58, Medin con 34 e Dollin Boldù con 47. Il presidente d’ età Piantoli fa i suoi ringraziamenti all’Assemblea, ed invita a prendere il suo seggio il presidente stabile Rubbi. L’ Assemblea applaudisce i due presidenti. * Il deputalo, presidente del Governo provvisorio della Repubblica veneta, Manin, fra gli applausi dell’ Assemblea, va a leggere ii seguente discorso : « Cittadini deputati, Nel 22 marzo, cessata in Venezia 1’ austriaca dominazione, il popolo proclamò la repubblica: cinquant’anni di schiavitù non potevano avergli fatto dimenticare 14 secoli d’indipendenza gloriosa. Trasmesso il potere nelle mani di una Commissione, e da questa nel comandante della Guardia civica, dopo benedetta dalla religione la bandiera tricolore, simbolo della rigenerazione e della unione italiana, veniva nel successivo giorno affidato ad un Governo provvisorio, i cui membri furono acclamali dal popolo. Liberata Venezia, le altre provincie venete furono abbandonate dal-P Austria o capitolando, o ritirandosi; ad eccezione di Verona occupata dalle truppe, che sgomberavano la Lombardia, contemporaneamente emancipata dopo la immortale vittoria ilei Milanesi. Conscie de’ naturali perpetui legami, coraggiosamente unanimi nel comune riscatto, le provincie venete aderirono spontanee al Governo provvisorio della repubblica, il quale nel primo suo atto solenuemente già dichiarava, che il nome di Repubblica veneta non poteva ormai portar seco alcuna idea ambiziosa o municipale, e che le provincie a lui aderenti farebbono con Venezia una sola famiglia senza veruna disparità di diritti e di doveri, e sarebbouo chiamate a stabilire d’ accordo, qualunque potesse essere, il comune vincolo costitutivo. L’Austria ritirandosi dai nostri territorii non si era però rassegnata a perderli, ma preparava anzi un’ aspra guerra a riconquistarli. Intanto, crasi per tutta Italia ridesto il sentimento della nazionalità: i popoli imbrandirono le armi per la indipendenza della comune patria ; e varcato il Ticino, un principe generoso, con a lato i suoi figli, e in mezzo ad un prode esercito avido di battaglie, s’ era slanciato nei piani