89 13 Maggio. (dalla Gazzetta) Da varie lettere di Romagna abbiamo le seguenti notizie sui diversi rinforzi che sono in viaggio pel nostro campo : Lunedi 8 maggio giunse il generale Pepe, Napoletano, ad Ancona. In Ancona numero 8 vapori e due fregate. Martedì 9 maggio, truppa napoletana in marcia a Sinigaglia. Martedì alle 8 della sera partenza da Pesaro di circa 300 civici per Bologna. Nella piazza di Pesaro numero 8 pezzi da campagna e due obici, dovevano partire il mercordì mattina. A Rimini, mercordì, truppa napoletana in viaggio e così pure a Cesena, Forlì, Faenza ed Imola. A Bologna, giunti FU, giovedì mattina, alle 11.1/2, la vanguardia di numero (500 Napoletani. Giovedì mattina, alle 4, partenza di due pezzi di cannone da Bologna per Ferrara a marcia forzala. Ci scrivono da Polesella, in data delF il del corrente: « Numero 125 Crociati romagnuoli, giunti questa notte a Polesella, e che vanno ad unirsi alle loro compagnie sul Veneto, portano la notizia che 7,000 circa fra Siciliani e Napoletani, con -40 e più pezzi d’artiglieria, vogliono sabato, 13 corrente, giorno di S. Pio V, combattere per prendere la fortezza di Ferrara. « Nel giorno IO maggio è tornato fra noi il sig. Toifetti, inviato straordinario della Lombardia presso la corte di Napoli. Siamo autorizzati ad annunciare che le notizie da lui recale intorno alle disposizioni.di quel governo e di quel popolo, sono interamente favorevoli al pronto e pieno buon successo della causa nazionale. Oltre i corpi che già sono stati spediti, 14,000 uomini di bellissime truppe d’ogni arma sono entrati nelle Marche, ed accelerano la marcia loro verso il teatro della guerra. E già veleggia per FAdriatico la squadra napoletana, forte di più vascelli di vario carico, con barche da trasporto e cannoniere, destinate a sbarcar truppe verso la foce del-F Isonzo, a minacciar Trieste ed a protegger Venezia. La comparsa di essa nelle acque del Quarnero e lungo le coste dell’Istria, sarà forte sgomento al Generale Nugent, il quale ne verrà costretto ad abbandonare le posizioni occupate nel Friuli per assicurare a sè medesimo, e fors’ anco al Radetzky, la ritirata per la Carintia e l’Illirio. In genere, si può tener per fermo che gli accennati larghi sussidii napoletani gioveranno immensamente a far che il nemico sgombri le terre venete, e al rialzar gli animi di quelle popolazioni. E però se ne vuole render gran merito al governo ed al popolo napoletano, che hanno mostrala un’alacrità, una energia di chiaro esempio. Nè poteva essere altrimenti, dacché in codesta