265 6 Giugno. (Dal Libero Italiano) mm$m> 3 II generale Giovanni Durando nel suo Bullettino officiale 11 maggio prossimo passato di Castelfranco , riportato nel Supplimento al num. 86 della Gazzetta di Roma, scrive: Belluno e Feltre che dovevano difendere i passi nell’alto Piave e vi si erano impegnate hanno invece capitolato senza difendersi. Perciò la linea del fiume è stala girata per la sua sinistra . . . (volea dire la destra). E ripete poi nell’altro suo Bullettino 13 maggio di Cittadella, riferito dal giornale 22 marzo, n. 64, del 29 decorso. La resa di Belluno e Feltre, che potevano e dovevano difendersi e non si difesero per mene ed intrighi di parlilo , permise al nemico di passare il Piave. Ho dovuto ripiegarmi sulla Brenta; non avendo con me se noti 4000 uomini appena, ed il nemico essendo forte di 12/100 ec. Nè Belluno nè Feltro si erano impegnale alla difesa senza i soccorsi del generale Durando.- A sollecitameli si presentarono a lui fin da (piando si trovava in Ferrara i tre membri del Comitato di Belluno, Andrea cav. Delmas, Antonio dottor Palatini ed Alessandro canonico Schiavo, a ciò deputati dal Comitato medesimo. Occupato dal nemico il Friuli, e abbandonato il territorio trivigiano tino al Piave, tutta quanta la destra linea di questo fiume sembra si dovesse comprendere nel piano generale della difesa. I passi quindi dell’ allo Piave e il conseguente presidio di Belluno , come potevano esser calcolati dal Generale ^ venivano un’ altra volta ed urgentemente raccomandati dal Comitato di Belluno a mezzo degli altri due deputati dott. Giovanni De Menech e Francesco Agosti inviati ai generali Durando e Dalla Marmora nel 50 aprile, e nel 1 maggio a mezzo dell’altro deputalo dott. Antonio Palatini, che avea l’onore per la seconda volta di presentarsi al Generale Durando. Nel giorno stesso avanzatosi l’inimico fin sopra Serravalle, fu spacciata staffetta al suddetto Generale; come pure altra nel giorno 3, e una terza poche ore dopo, cioè quando un drappello di quattordici Bellunesi dalla vetta deiFrascon avea respinti 150 Croati, uccidendone alcuni. E tutte queste per sollecitare soccorsi; ad affrettare l’arrivo dei quali il Comitato nel declinare del giorno 4 , spediva a Feltre tutte le vetture pubbliche e private della città '■>1 trasporto della truppa che si credeva colà inviata dal sig. Generale in forza delle fattegli pressanze. Questi fatti se dimostrano di qual guisa intendeva d’essersi impegnata Belluno alla difesa, dimostrano anche come quella città non poteva assoltamente difendersi senza i soccorsi del sig. Generale ; e tanto meno se stesso con quattromila uomini circa ('non calcolando quelli del Ferrari) non ha creduto difendersi contro il nemico forte di dodicimila; che tutti Passarono di seguito per Belluno e Feltre, oltre il presidio nella provin-cja lasciato. E nullameno Belluno, che, dopo aver lasciati i militi proprii e i s''>goli corpi franchi ai rispettivi distretti d’Agordo, Zoldo, Cadore, Feltre, lonzaso e Mei, difendeva un confine a mezzodì per l’estensione di circa ve»li miglia con soli quattrocento tra militi e voloutarii e poca gente del