65 10 Maggio. I OAimClT: DI PIAZZETTA. Coloro che ci sgovernavano, aveano sempre di che dire del loro grande amore pel popolo. Però, ad assicurarsi d’esserne ricambiati, volevano coll’aspetto continuo dei cannoni fargliene conoscere tutta la forza. Anche le pacifiche sedi di san Marco aveano la continua minaccia di quegli strumenti di guerra rivolti contro i cittadini. Quando il popolo nostro cominciò ad essere governato civilmente, i cannoni della Piazzetta dovea.no scomparire c scomparvero. La guardia civica avrebbe voluto conservarseli a memoria della cacciata tirannide e della redenta libertà. Memoria degna che si conservasse , come segno di quello che fummo e di quello che non dobbiamo essere mai più. Però la guardia civica li serberà via dalla Piazzetta. Il popolo nostro, eh’è dei più civili ed assennati del mondo, come non ha bisogno di quegli spauracchi per essere contenuto entro a’ limiti del dovere, cosi non dee sopportare la vista di oggetti che gli ricordino infausti tempi tanto dai presenti diversi. Un popolo che dà l’ultimo quattrino, che si spoglia delle cose che fanno ricordevoli i momenti più solenni della vila, che si sveste di ciò che lo copre, fidando nei soli più caldi della stagione, e ciò per aiutare a tener lontani per sempre gli oppressori della patria ; questo popolo non opererà mai per la paura del cannone, ma sì per l’amore fervente alla Italia, che lo scalda. Tutte le bocche dei cannoni, tutte le canne dei fucili saranno quindi innanzi rivolte contro coloro che, immemori della loro patria, s’ostinauo a volerne rapire la nostra. -nrmTffgSBm»......... 10 Maggio. aititi ««¡K&aaw&a sasaja&a DEL GOTEEJIO PROVVISORIO DILLI «PUBBLICI TOMI. La medesima accoglienza, gli stessi cordiali trasporti, che furono prodigati alla mia legione dai generosi cittadini di Rovigo e di Padova, non vennero meno in Mestre, per le filantropiche cure del cittadino Ferdinando Linetti, commissario straordinario, delegalo del Governo provvisorio della Repubblica veneta, che ci accolse colla massima distinzione e col più caldo entusiasmo. È per me quindi un caro e sacro dovere di tributare i sensi della più viva gratitudine agli onorevoli membri del Governo provvisorio ed al loro degno rappresentante; ben felice, se vorranno render pubblico questo mio attestato di riconoscenza, facendosi in tal modo interpreti presso la ospitale popolazione di Mestre, che tanto cortesemente ci albergò.