21 Ch’ ora voce ispirata da Dio, Scossa aliin dal letargo di morte Grande e forte — dal tumulo uscì. L'Arno e il Po coll’Adriaca regina, L'Etna, il Tebro, il Sebeto col Sardo A tuonar di tua voce divina Spiegar latti un fraterno stendardo, E con selva infinita di spade Libertado — lo strinse in un dì. Benedi la tua mano paterna I color della santa bandiera ; Da quel di sentì d’essere eterna, Da quel di contro l’orda straniera, Sempre infesta all’italico suolo, Sciolse il volo — la vinse e fugò. Or che il giogo de’ barbari è infranto, Nell' ebbrezza di tanta vittoria, Non sdegnare il tributo d* un canto) E Tu, padre dell’itala gloria, Negli arcani colloqui con Dio Prega, o PIO, — per chi tanto penò* Prega, o PIO, clic all’Italia redenta Duri eterno il novello riscatto. Di discordia ogni face sia spenta, Tutti stringa un sol gim’o, un sol patto. Libertade di’ è figlia del cielo Nel vangelo —- ha la legge d’amor. Maledetto chi infrange tal legge ! S’abbia 1’ onta d’eterno spergiuro ! Sommo PIO, la cui man ci sorregge, Guida il Genio d’Italia, e sicuro Volerà di vittoria in vittoria Di sua gloria — all’antico splendor. Maggio, lili ME MCRIB III VIC IX, SONETTO, Quando s’aprio del Fato il denso velo E a supremo Pastor fu PIO chiamato^ Una lacrima santa, e fede, e zelo Trasser dal ciglio al nuovo Coronatoj E allor che sciolto d’ogni tema il gelo Diede perdono ò pace al traviato, L’ occhio che in benedir volgeva ài Cieli* Fu visto d’altra lacrima bagnalo.