I 404 indistintamente forte del suo principio di Nazionalità, e di Universale Rappresentanza di sua Nazione, si avviticchia però ai singoli rispettivi principi, a mezzo di late ed assicuranti Costituzioni. Per non aggiornare a tempi liberi, e tranquilli la soluzione di tali, e tanti altri problemi resta d’interpellare, siavi necessità di occuparsene adesso. Quella di una più efficace difesa? No certo; perchè sforzi maggiori c sul Continente, e sul Mare non può volere, nè fare a vostra difesa, di quelli che fece e va facendo il magnanimo Carlo Alberto ; nè seco possono volere e fare di più di quello eh-fanno, e vanno a vostra difesa facendo gli altri popoli tutti Italiani. Forse uno stimolo a lui? Sarebbe invece una offesa, e disaggradita riuscirebbe ana deliberazione qualunque prematura, illegittima, imperfetta. Osa perfino lo spirito di parto per incutervi timore di raffigurare possibile il richiamo della valorosa flotta Sarda, quasi che Carlo Alberto, che portò seco nel nascere e covò costantemente alto sentimento italiano, possa mai farsi seguace contro l’Italia della perfidia Borbonica. Guardatevi bene piuttosto di non secondare le mene ostili, che qua e là vanno ovunque in Europa sbucando da quella profuga diplomazia, che tenacemente conserva le sue fila per comprimere di nuovo le risorgenti Nazioni. Quando il Governo provvisorio della Repubblica veneta, col decreto del giorno 3 di questo mese, convocava un’Assemblea perchè vanisse decisa la questione relativa alla presente condizione politica, esso non faceva che soddisfare con quell’atto, oltre che ad un proprio dovere, anche all’impazienza di tutta la popolazione della provincia di Venezia, la quale, essendo stata testimonio di ciò che aveva fatto la Lombardia e le quattro provincie venete, desiderava ansiosamente che il nostro Governo rompesse il silenzio, e manifestasse come avrebbe agito in questa difficile emergenza. Promulgando quel decreto, lo si fece precedere da una breve e fedele storia dei fatti, per dimostrare la necessità di quest’Assemblea di rappresentanti. Tulli slimarono dignitosa e leale la condotta del Governo, videro salva la libertà del popolo, garantito il diritto di conoscere, esaminare e discutere, senza cui non havvi espressione vera della volontà, nè retto Preparata dunque com’era già la questione dalle decisioni prese dalle provincie lombarde e da alcune venete ; fatta soggetto dei discorsi e commenti di tulli, non si può immaginare che il decreto del Governo venisse a sorprendere le menti del popolo, a carpirgli nelle strettezze del tempo una nomina qualunque, senza che conoscesse che cosa questo deputalo si portasse a fare ncll’Assemblea. Tempo da illuminarsi egli ne aveva avuto abbastanza, e in precedenza al decreto di convocazione, e posteriormente al decreto stesso, avendo una lunga settimana a sua disposizione prima di dar la scheda per la nomina; quindi un’altra settimana aveano i candidati a ben ponderare la questione, poi un’altra quindicina di giorni per causa della sospensione, e fino al giorno 3 luglio p. v. Che se questo tempo non bastava ad illuminarlo, dobbiamo credere che nemmeno un più lungo avrebbe giovato, e se la questione non fosse stata ancora compresa, non lo sarebbe stala certamente mai più. Che se poi molti cittadini, qualunque fosse il motivo che li determinasse, stimarono di rinunziare al diritto di concorrere all’elezione, ciò Il Cittadino FAUSTO SPERAINDIO. 28 Giugno. Gazzetta) giudizio.